Famiglia

Internet: eDay chiude, ecco perch

Lettera aperta di Arturo Motti agli abbonati.

di Redazione

Malinconicamente il giorno e’ arrivato: ieri l’Assemblea dei soci di eDay Srl ha messo in liquidazione la societa’. Non si vive di solo gratis, e se il pane pubblicitario manca e non si ha ossigeno per resistere ancora in apnea, non resta che sventolare la bandiera bianca. C’erano progetti, c’erano intenzioni: e’ mancato il tempo. Perche’ il tempo naturalmente e’ denaro. eDay e’ nato 14 mesi fa, e il bilancio dell’anno scorso registra una perdita di appena 2,6 miliardi: nulla per un quotidiano, basti pensare che un concorrente on-line ne perde 14 all’anno e non andra’ in pareggio prima del 2004. eDay no, non vedra’ il 2004. Per decisione dei soci (e quindi dolorosamente anche mia: detengo per un filo la maggioranza, ma non il denaro per proseguire), questa splendida avventura si conclude con l’orgoglio di aver scritto una pagina di grande innovazione nel mondo dei quotidiani: niente carta e niente stampa, eppure quello che fino ad oggi è arrivato a casa dei lettori, via Internet, e’ un vero quotidiano di carta (in formato Acrobat), e per di piu’ su misura, con le sole pagine richieste dagli abbonati. Con l’aggiunta naturalmente di tutta la parafernalia di Internet: il sito, l’archivio full-text, l’eDayAlert (solo gli articoli che rispondono alle tue parole chiave), tutti gli arretrati, e, udite!, udite!, il primo quotidiano per palmare, eDayMobile (due mila lettori al giorno a soli due mesi dal lancio). Ma si conclude anche con la malinconia di chi e’ costretto a gettare la spugna. Di chi e’ costretto a guardare in faccia i bravissimi colleghi e amici che, credendo in eDay, hanno lavorato notte e giorno e che ora dovranno cercarsi un nuovo lavoro. Di chi, soprattutto, ha ricevuto migliaia e migliaia di mail di apprezzamento e congratulazioni dai lettori, che proprio in questi giorni sono diventati 40 mila. Grazie, grazie davvero: ci ritroveremo tutti in qualche nuova avventura… Grazie, naturalmente, anche a Elserino Piol, al quale eDay e’ piaciuto subito e l’ha finanziato con il fondo Kiwi I: grazie per avermi dato la possibilita’ di misurarmi con questa impresa. Se poi e’ finita cosi’, non e’ colpa del venture capitalist e delle sue logiche di troppo breve periodo, ma di quei 2,6 miliardi di perdite: troppo pochi per esser presi sul serio quando sulla new economy incombono nuvole piu’ grosse… Arturo Motti


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA