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Internet e privacy. Occhio, vi ascoltano!
I siti giusti per sapere che ne sarà della vostra privacy
Per affrontare il fenomeno terrorismo, i ministeri della Giustizia e degli Affari interni dell?Unione europea il 20 settembre 2001 avevano deciso che le istituzioni di polizia deputate avrebbero avuto accesso al traffico dei dati (telefonate, chiamate al cellulare, email, fax e uso di internet), per permettere le indagini necessarie. In seguito, la bozza della Framework Decision trapelata a fine agosto 2002 per mano dell?osservatorio Statewatch, ha messo il tutto nero su bianco.
A detta dell?osservatorio per il monitoraggio sulle libertà civile nell?Unione europea, tale procedimento «dice che i dati dovrebbero essere mantenuti dai 12 ai 24 mesi per permettere alle agenzie di potervi accedere. In teoria queste avranno ancora bisogno di un ordine giudiziario per controllare le registrazioni di una particolare persona (o di un gruppo), benché», commenta Statewatch, «tale sottigliezza legale non abbia mai fermato le agenzie di sicurezza interna nel farlo».
Il documento è stato discusso all?incontro informale dell?11 settembre a Copenhagen fra i ministri degli Interni dell?Unione Europea e il ministro della Giustizia americano, John Ashcroft. Parallelamente, però, i commissari europei sulla privacy hanno mosso dure critiche al documento durante la conferenza internazionale a Cardiff in Inghilterra.
«I dati», hanno scritto, «devono essere archiviati in casi specifici, ci deve quindi essere un bisogno dimostrabile; il periodo in cui tali dati possono essere archiviati deve essere il più breve possibile, e la pratica deve essere chiaramente regolata dalla legge, in modo tale che fornisca le misure di sicurezza sufficienti contro accessi illegali o qualunque altro abuso. L?archiviazione sistematica di qualsiasi tipo di dato per un periodo di un anno o più sarebbe chiaramente sproporzionata e quindi inaccettabile in ogni caso».
Due link utili, quindi, per sapere cosa ne sarà della nostra privacy: www.statewatch.org,
fipr.org.
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