Volontariato

Internet: diminuita la libertà di espressione online

Lo ha denunciato Amnesty International in occasione del Forum sulla governance di Internet (Igf), attualmente in corso a Rio de Janeiro.

di Emanuela Citterio

Sono aumentate le restrizioni alla libertà di espressione on line su scala mondiale. A denuciarlo è Amnesty International in occasione del Forum sulla governance di Internet (Igf), attualmente in corso a Rio de Janeiro.

A due anni dal Summit di Tunisi sui principi che dovrebbero governare internet, sempre più paesi filtrano i contenuti delle pagine web, intimidiscono e arrestano i cyberdissidentiì – sottolinea il comunicato di Amnesty International – che chiede ai governi “di porre fine alla repressione on line, abrogare le legislazioni restrittive, di rilasciare tutti i prigionieri condannati per l?espressione delle proprie opinioni tramite internet e di impegnarsi a varare una serie di standard comuni per prevenire le violazioni dei diritti umani on line”.

IL MYANMAR – Nick Dearden, delegato di Amnesty International all?Igf di Rio de Janeiro ha citato il caso del Myanmar, “che ha dimostrato la potenza di Internet per inviare immagini e informazioni all?estero e mobilitare la gente in ogni parte del mondo? . ?D?altro canto, però, abbiamo anche riscontrato un aumento della censura e del ricorso al filtro e al blocco dei siti?. L?organizzazione ritiene che le numerose denunce sul coinvolgimento delle aziende nella soppressione dei diritti umani richieda un?assunzione di responsabilità più seria da parte delle stesse aziende e chiede alle aziende di usare tutti i mezzi tecnici, politici e legali, a livello locale e internazionale, per evitare che diventino complici dei governi nelle violazioni dei diritti umani.

LA CINA – Amnesty evidenzia che in Cina sono in prigione almeno 60 ?cyberdissidenti?, tra cui Shi Tao, Wang Xiaoning, Li Zhi e Jiang Lijun, condannati per aver pubblicato on line denunce e commenti politici. In Siria, sette studenti e un dipendente di un salone di bellezza sono stati condannati, al termine di un processo iniquo, per aver invocato on line pacifiche riforme politiche. In Viet Nam, Truong Quoc Huy, arrestato nell?agosto 2006 e da allora detenuto in una località sconosciuta, rischia di finire sotto processo per ?abuso delle libertà democratiche?, solo per aver preso parte a una chat-room. Amnesty inoltre ha ricevuto notizie di recenti arresti di ?cyberdissidenti? in diversi paesi, tra cui la Thailandia, dove nell?ultimo anno sono entrate in vigore due nuove leggi per limitare la libertà d?espressione on line.

Secondo una ricerca condotta da Open Net iniziative, mentre cinque anni fa il filtro dei contenuti di Internet era applicato in soli tre paesi (Arabia Saudita, Cina e Iran), oggi vi ricorrono ben oltre 20 paesi, tra cui Marocco, Myanmar e Thailandia.

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