Famiglia

Interferenze sulla linea del Telefono azzurro

Il 114 entra in regime di proroga

di Redazione

Col nuovo bando bloccato e i sindacati sul piede
di guerra, l’associazione progetta il nuovo servizioUn passaggio delicato, quello che si trova ad affrontare Telefono Azzurro. Per due ragioni. Da una parte la scadenza del bando ministeriale per la gestione del 114 Emergenza Infanzia (tra inizio 2006 e fine 2009 sono state 6.594 le emergenze). Dall’altra la protesta di una cinquantina di addetti il cui contratto è scaduto il 31 dicembre. Con i sindacati che soffiano sul fuoco sostenendo un rapporto di causa ed effetto tra la prima e la seconda situazione. Cosa vera, ma solo in parte: la gestione del 114, condotta tramite le sedi operative di Milano e Palermo, è effettivamente entrata in regime di proroga a causa delle solite lentezze burocratiche (in questo caso, a complicare il tutto, anche il passaggio dal ministero dello Sviluppo economico a quello delle Pari opportunità). Ma il contratto dei 50 addetti era comunque in scadenza perché, come spiega il presidente Ernesto Caffo, «era già in corso un ripensamento della struttura stessa del servizio. Sia per potenziare la risposta a livello dei territori e quindi la presa in carico delle emergenze, sia per adeguarlo a parametri europei che, ad esempio, richiedono la padronanza della lingua inglese. In questa situazione era impossibile per l’associazione stabilizzare con un contratto a tempo indeterminato gli addetti al primo filtro».
Dunque i ritardi ministeriali si sono intrecciati con la rimodulazione del progetto. «Intendiamo partecipare al prossimo bando», prosegue Caffo, «nel frattempo riorganizziamo il servizio, coinvolgendo di più i volontari secondo precisi percorsi». Un punto sul quale si è innestata un’ulteriore polemica: per i sindacati Telefono Azzurro sostituisce gli addetti con gli operatori del servizio civile. Dimenticano però che da tempo è previsto, nei bandi dell’associazione, il loro coinvolgimento nei servizi telefonici. «L’abbiamo sempre inteso come un percorso formativo e da sempre i giovani in servizio civile sono preparati e seguiti da personale più esperto», conclude Caffo.


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