Welfare

INTEGRAZIONE. Urso: Corano facoltativo nelle scuole pubbliche

Lo ha affermato, in materia di integrazione degli immigrati, Adolfo Urso, Segretario generale della Fondazione Farefuturo

di Redazione

“Meglio l’insegnamento facoltativo del Corano nelle scuole pubbliche che le scuole islamiche spesso fattore di contrapposizione”. Lo ha affermato, in materia di integrazione degli immigrati, Adolfo Urso, Segretario generale della Fondazione Farefuturo, presentando oggi a Roma il primo rapporto di ricerca della Fondazione, “Donne del Mediterraneo. L’integrazione possibile”. Oltre il 92% degli immigrati provenienti dal bacino del Mediterraneo e residenti in Italia ha un’alta immagine dell’Italia, con una maggiore positivita’ tra coloro che provengono dall’area dell’est Mediterraneo e tra le donne lavoratrici. L’80% di chi ha un lavoro regolare non si sente discriminato. L’integrazione sembra dunque possibile e infatti oltre la meta’ del campione e’ deciso a restare nel nostro Paese e solo un 20% intende tornare al proprio. Oltre il 70% ritiene poi che il rispetto delle leggi e’ la condizione fondamentale per facilitare il processo di integrazione. Sono soprattutto le donne, e in particolare le donne lavoratrici, che hanno sempre un atteggiamento piu’ favorevole nei confronti del nostro Paese, dei suoi valori e delle sue leggi e sono sempre le donne che hanno maggiore propensione ad integrarsi. Emerge poi una sostanziale neutralita’ politica, una effettiva equidistanza nelle valutazioni degli immigrati nei confronti delle attuali forze politiche, con una fortissima percentuale di agnostici. “Sono questi -ha spiegato Adolfo Urso, Segretario generale della Fondazione Farefuturo, aprendo stamattina i lavori del convegno- i principali elementi di contesto emersi dal primo rapporto di ricerca realizzato dalla nostra Fondazione e dedicato appunto all’immigrazione, ma da una prospettiva diversa, quella di chi arriva nel nostro Paese. La Fondazione ha voluto realizzare il primo rapporto di ricerca per fornire ulteriore materiale a coloro che intendono realizzare una politica della integrazione nel rispetto delle identita’ e quindi ponendosi anche l’obiettivo di rispettare l’identita’ altrui”.

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