Cultura

Integrazione ma non per tutti

«L’Italia non può accogliere tutti» afferma l’egiziano Mahmaud Salem el Sheik, consulente di Livia Turco. «I clandestini devono tornare a casa, come dice la legge».

di Redazione

«Lo sa perché i marocchini per andare in Europa non passano più dalla Spagna attraverso lo stretto di Gibilterra, che dista da loro solo 14 miglia? Perché in Spagna li affondano e non se ne parla più». A parlare così non è il solito leghista nemico degli immigrati, ma un nordafricano, Mahmaud Salem el Sheik, egiziano e membro della Commissione per le politiche di integrazione costituita presso il ministero della Solidarietà sociale. La sua tesi è semplice: non esiste nessuna emergenza immigrazione, piuttosto occorre parlare di una vera e propria invasione programmata, orchestrata dai governi di Marocco e Tunisia. Non si deve cedere ai ricatti «Come è possibile», si chiede ancora Salem el Sheik, «che gruppi numerosi di persone partano da Casablanca in aereo con i passaporti in regola e quando arrivano in Italia non hanno più nemmeno uno straccio di documento? Come è possibile che vengano via di nascosto, quando in Tunisia, dove c?è una dittatura, non si muove foglia senza che il governo lo sappia?». Conclusione: non bisogna cedere al ricatto, perché «la legge sull?immigrazione è una buona legge e non ci possono più essere equivoci: i flussi devono essere regolari e regolarizzati». Il ministero della Solidarietà, insomma, si chiama fuori dall?emergenza che sta interessando Sicilia, Puglia e Calabria. La commissione tecnica per l?integrazione si occupa sì di integrazione, ma soltanto degli immigrati regolari. Che è come dire: i clandestini non si devono integrare, devono tornare a casa. La commissione fa soltanto analisi «Sì, l?integrazione riguarda chi arriva nel nostro Paese regolarmente e qui progetta la propria vita» conferma la dottoressa Vaifra Palanca, l?esperta del ministero nominata segretaria della commissione. «Per loro noi prevediamo una serie di percorsi di integrazione nelle scuole e di accesso privilegiato ai servizi sociali. Ma quello che sta succedendo in questi giorni non ci riguarda. Non può esistere un piano di integrazione per i clandestini». Ma il ministero della Solidarietà non ha previsto degli interventi per rendere meno difficile il transito dei clandestini nel nostro Paese? «No, ma non perché non lo vogliamo, semplicemente non possiamo fare niente del genere dal momento che non abbiamo strutture che lavorano sul territorio. L?accoglienza viene fatta dagli organi dello stato che hanno propaggini sul territorio: questure, prefetture…». In altri termini, lasciamo l?accoglienza alla polizia? «Ma poi c?è il volontariato, ci sono i comuni, i servizi sociali, i servizi sanitari… insomma: noi facciamo delle analisi che serviranno al governo per varare le politiche che riterrà più opportune, e non dobbiamo far rispettare la legge. A quello penseranno altri». «Sono avanzi di galera» Alla commissione per l?integrazione, dunque, hanno le idee chiare. Tanto da aver prodotto in soli tre mesi – i tempi previsti – un documento che sarà tra breve pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e che contiene appunto alcune indicazioni di cui il governo dovrà tenere conto nelle sue prossime mosse sulla politica per gli immigrati. Regolari, ovviamente. Le stesse idee chiare che esprime Mahmaud Salem el Sheik sulla situazione attuale: «Mi sono recato in incognito nei campi in Sicilia e posso assicurare che la tensione è altissima, gli immigrati sono molto violenti e organizzati, sono avanzi di galera e devono essere respinti. Ma come al solito finirà tutto in una barzelletta. Così come è successo con i centri di accoglienza che nascono e muoiono da un?ora all?altra perché questa continua emergenza ha mandato tutto all?aria, ma la legge c?è e dobbiamo farla rispettare». Parola di nordafricano.


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