Non profit

Integrazione al minimo: se l’Inps gioca al ribasso.

Previdenza Le scelte dell’Istituto e le norme della legge 638.

di Redazione

Mia madre era titolare di una pensione minima dei coltivatori diretti. È deceduto mio padre, titolare di una pensione dell?industria di circa 800mila lire. Col totale, circa un milione e mezzo, senza affitti da pagare, tiravano avanti bene. Dopo la morte di papà, non è stato concesso, come avevano detto, il 60% della pensione del marito. L?Inps ha ridotto la pensione a mamma dei coltivatori diretti, di 115mila lire e ha concesso la minima di reversibilità dell?industria. Così con 830.000 lire in tutto ho bisogno di aiuti. Che cosa succede con le pensioni? C.A. (Ge) Risponde Giuseppe Foresti, Direttore Generale Patronato Acli La materia delle integrazioni al minimo delle pensioni, è, in effetti, complessa. La soluzione sta nell?interpretazione che L?Inps dà all?art. 56, co.3, della L. 638/83, che stabilisce, in presenza di due pensioni, su quale va concessa l?integrazione al minimo. L?Inps ritiene che, nel caso di sua madre, l?integrazione al minimo va data sulla pensione di reversibilità e poiché l?integrazione spetta una sola volta, riduce l?altra nell?importo che è stato maturato con la contribuzione dei coltivatori diretti. Ciò significa che non viene applicato il trattamento più favorevole. Se così fosse stato, la minima di sua madre più il 60% della pensione di papà avrebbe consentito di raggiungere un reddito di quasi 1.200.000 lire. L?Inps ritiene, invece, che vada applicato in modo letterale tutto il testo del comma citato che prevede l?integrazione al minimo della pensione che è stata liquidata con più di 780 contributi. Questa è senz?altro la caratteristica della pensione di suo padre, ora trasformatasi in reversibilità. Riteniamo però che una attenta lettura del primo periodo co. 3 della legge citata consenta un?altra soluzione. Tale parte della Legge prevede che in caso di pensioni erogate da gestioni diverse (come coltivatori diretti e lavoratori dipendenti), l?integrazione è data dalla pensione con decorrenza più remota. Nel caso di sua madre è la pensione dei coltivatori diretti essendo la reversibilità ottenuta solo ora. Per far valere questa interpretazione (che consente a mamma di mantenere intera la sua pensione minima e di percepire il 60% di quella del coniuge) bisogna far ricorso e eventualmente andare in giudizio, considerando che diverse sentenze sono favorevoli a tale tesi. Certo è che questo criterio, dal Patronato Acli considerato conforme alla legge, in situazioni come quella di sua madre, dà un risultato vantaggioso, in situazioni ?rovesciate? dà esiti svantaggiosi. Allora forse la soluzione auspicabile sarebbe quella di porre rimedio, con una disposizione di legge che consenta l?erogazione dell?importo totale più elevato. ?


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