Politica

Intanto la Calabria è due ore più lontana

Il treno Milano - Reggio impiega un’ora e 10 minuti in più rispetto al 1997. Ecco perché le ferrovie in questi anni sono andate a marcia indietro (di Vincenzo Congedo).

di Redazione

La costruzione della ?direttissima? tra Firenze e Roma ha ridotto il percorso di 56 km e la nuova linea a monte del Vesuvio è stata costruita per evitare al treno il nodo di Napoli. Ciononostante, il treno notturno che collegava Milano a Reggio Calabria nel 1997 impiegava 13 ore 55 minuti, mentre oggi impiega 15 ore 5 minuti, vale a dire ben 70 minuti in più. Si è raddoppiata la linea Adriatica (limitatamente alle tratte a semplice binario) al fine di collegare meglio Milano con la Puglia. Oggi su 1.018 km, solo 44 sono a semplice binario (circa il 4,3%). Il viaggiatore che nel 1997, viaggiando su Intercity, impiegava da Milano a Lecce 9 ore 28 minuti, oggi con l?Eurostar impiega 9 ore e 29. È stato detto che la nuova linea AV/AC Torino-Novara, nonché il quadruplicamento della Milano-Treviglio, avrebbero migliorato la circolazione anche degli altri treni: ebbene l?Intercity che collegava Torino con Venezia nel 1997 impiegava 4 ore e 10, oggi ne impiega 5 e 9.Il recente Piano industriale 2007-2011 del Gruppo Ferrovie dello Stato non solo si propone l?ambizioso obiettivo di arrestare il declino della modalità ferroviaria ma anche quello ancora più ambizioso di svilupparla con tassi di crescita rilevanti ed a costi efficientati, purché sia garantita la stabilità economico-finanziaria. Come è presto detto: alla fine del 2009 verrà completata la linea AV/AC, perciò la linea storica (anch?essa nel frattempo rinnovata) si ritroverà ad avere tanta capacità da consentire di ampliare la gamma delle offerte. L?incremento del traffico dato, per certo, verrà garantito dalla migliore puntualità, dalla sicurezza, dalla migliore pulizia dei treni e dalla miglior assistenza alla clientela. Il maggior volume di produzione sarà reso possibile dall?ottimizzazione dei processi produttivi. È previsto, poi, che i ricavi crescano del 62% attraverso la ridefinizione dei contratti di servizio pubblico nei servizi a margine nullo o negativo ed il contemporaneo aumento delle tariffe.Forte di queste certezze il compilatore del Piano non si è mai posto il problema di come affrontare il mercato, come conquistarlo e quindi gradatamente liberarsi dei sussidi pubblici. Certamente non si conquistano i clienti allungando le percorrenze e contemporaneamente aumentando i prezzi del biglietto e ciò vale per i pendolari come per coloro che si servono del treno per la lunga percorrenza. Ma RFI e Trenitalia, che sono le aziende più importanti del gruppo FS, hanno allungato i tempi di percorrenza dei treni e, sotto il feticcio della sicurezza assoluta della circolazione, hanno appesantito a tal punto le norme regolamentari che la tecnologia calibrata ad esse ha sclerotizzato buona parte della rete ferroviaria italiana riducendone la potenzialità e annullando i benefici degli investimenti fatti.

Vincenzo Congedo*
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