Famiglia

Insegnare e imparare dai ragazzi

Telefono Azzurro ed Eurispes presentano l’Indagine Conoscitiva sulla Condizione dell’Infanzia

di Redazione

L’indagine di quest’anno è stata realizzata su un campione probabilistico a grappoli tenendo conto delle seguenti variabili: sesso, età, area geografica, tipologia di scuola e di istituto, classe frequentata. La rilevazione è stata realizzata somministrando un questionario semistrutturato ad alternative fisse predeterminate, composto da domande a risposta chiusa. Sono stati predisposti due modelli di questionario: uno destinato ai ragazzi e l’altro ai genitori.

Il questionario ragazzi è stato somministrato ad alunni di età compresa tra i 12 ed i 18 anni, frequentanti la seconda e la terza classe della scuola secondaria di primo grado o una delle cinque classi della scuola secondaria di secondo grado. Il questionario genitori è stato costruito con l’obiettivo di analizzare opinioni e comportamenti dei genitori dei ragazzi intervistati. La rilevazione sul campo ha coinvolto 21 scuole di ogni ordine e grado. Sono stati analizzati 1.496 questionari per i ragazzi e 1.266 per i genitori.

L’indagine di quest’anno presenta quindi un’importante novità rispetto alle precedenti edizioni, dal momento che si è deciso di dar voce, per la prima volta e in modo parallelo, non solo agli adolescenti, ma anche ai loro genitori. Sono quindi tre i filoni di indagine: il primo riguarda l’adolescenza; il secondo la genitorialità; il terzo infine il confronto intergenerazionale.

Ringraziamo le scuole, gli insegnanti, i ragazzi e i genitori che hanno partecipato all’Indagine 2011, consentendoci di portare a termine questa indagine per il dodicesimo anno consecutivo.

«L’indagine di quest’anno costituisce un’assoluta novità nel panorama delle ricerche italiane», ha spiegato il prof. Ernesto Caffo, presidente di SoS Il Telefono Azzurro Onlus, «dal momento che abbiamo intervistato contemporaneamente sia un campione di adolescenti sia i loro genitori. Dal confronto tra questi due mondi sono emersi interessanti spunti di riflessione. In particolar modo, un visibile e progressivo distanziamento tra il mondo dei genitori e quello dei ragazzi che in alcuni casi sembra spingersi ben al di là del fisiologico distacco tipico dell’adolescenza. I temi più problematici e delicati, come la sessualità, la droga e internet», ha continuato Caffo, «sembrano essere ai margini del dialogo genitori-figli. A fronte di nativi digitali che trascorrono su internet gran parte della loro giornata, abbiamo un 35% di genitori che ammette di sapere utilizzare internet “poco” o “per niente”: come possiamo allora chiedere alle famiglie di capire cosa sia, ad esempio, il fenomeno del sexting – che si sta rapidamente diffondendo tra i nostri adolescenti – o di educare i propri figli a difendersi dai rischi della rete? Dalla nostra indagine emerge che la genitorialità, posta di fronte ai tanti pericoli della società odierna, si manifesta per lo più in comportamenti di controllo e restrizione: è necessario, invece, aiutare la famiglia e la scuola a riconquistare la propria funzione educativa. Siamo certi che la sinergia tra la famiglia e la scuola, che a sua volta è chiamata ad importanti cambiamenti, e la maggiore partecipazione dei ragazzi consentiranno di individuare risposte nuove e più adeguate di quelle adottate fino ad oggi. Partecipazione non significa, però, parità tra ragazzi e adulti, né implica che gli adulti debbano abdicare al proprio ruolo. Imparare dai ragazzi per insegnare meglio ai ragazzi», ha concluso Caffo, «è la sfida che attende gli adulti».

«All’interno della nostra società», ha sottolineato invece il prof. Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, «agli adolescenti viene destinata un’attenzione discontinua e irregolare, che sembra concentrarsi sempre su un numero limitato di aspetti e alternare picchi di interesse (sulla scia di casi di cronaca o di mode passeggere) a lunghi intervalli di trascuratezza. Nelle riflessioni che li riguardano gli adolescenti appaiono per lo più intrappolati in luoghi comuni, in una serie di rappresentazioni e ritratti plastificati e rigidi, incapaci di restituire le innumerevoli sfumature e la complessità che caratterizzano questa fase evolutiva».

«Gli adolescenti quindi», ha aggiunto il presidente dell’Eurispes, «rischiano di esistere per la società solo come caricature che riportano ed esasperano pochi tratti distintivi, generalmente quelli più evidenti e mediaticamente accattivanti. Difficile sentir parlare delle loro aspirazioni, delle speranze e dei sogni, trattati come limiti, anziché come risorse. Spinti dal desiderio di condividere un’immagine reale dell’adolescenza, Eurispes e Telefono Azzurro, giunti al dodicesimo anno di collaborazione nell’analisi della realtà dei bambini e degli adolescenti del nostro Paese, si sono nuovamente posti il preciso obiettivo di delinearne un quadro più articolato e vivido, anche grazie all’ascolto, per la prima volta, dei genitori e al confronto tra questi ultimi e i propri figli.

I cambiamenti della società, spiega Fara, sembrano costituire fonte di confusione e di paura per i genitori, che non sempre dispongono degli strumenti per comprenderli appieno e per inserirli nel dialogo educativo. I genitori ammettono, infatti, di sentirsi affaticati per le difficoltà che l’esercizio della funzione educativa comporta in una società che è sempre più tecnologica, frenetica e frammentata. La gran parte di loro ritiene che oggi sia più difficile che in passato essere genitore, non solo perché la società contemporanea presenta più insidie, ma anche perché oggi le figure genitoriali scontano una perdita di autorità. L’indagine condotta quest’anno» ha concluso Fara, «offre interessanti stimoli per riflettere sull’adolescenza, sul senso educativo della scuola, sul ruolo, le competenze e le attuali difficoltà vissute dai genitori».

 

 

In allegato la sintesi dell’indagine


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