Legge di bilancio 2025
Insegnanti di sostegno, 5mila posti in più
Il maxi emendamento presentato dal ministro Giuseppe Valditara prevede anche l'assunzione di 5mila docenti di sostegno, un intervento che da solo vale 245 milioni di euro l'anno. Il plauso della Fish: «Un'attenzione concreta per l'inclusione. Auspichiamo l'approvazione in via definitiva»
Cinquemila insegnanti di sostegno in più, a partire dall’anno scolastico 2025/2026, assunti nell’organico dell’autonomia con l’obiettivo di garantire la continuità didattica agli alunni con disabilità. Lo prevede, insieme ad altre novità, un maxi emendamento alla Legge di Bilancio 2025 presentato dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
La misura comporta oneri aggiuntivi pari a 81,8 milioni di euro per il 2025 e a 245,5 milioni di euro annui a decorrere dal 2026. Per la copertura, si attingerà in parte al Fondo per la valorizzazione del sistema scolastico (25 milioni nel 2025 e 75 milioni dal 2026) e in parte con un taglio delle risorse destinate alle supplenze brevi (5,8 milioni di euro nel 2025 e 170,5 milioni di euro a partire dal 2026).
Vincenzo Falabella, presidente Fish e consigliere Cnel, accoglie con favore l’emendamento: «Finalmente vediamo un’attenzione concreta verso un sistema scolastico più inclusivo e capace di garantire pari opportunità e uguaglianza per tutti gli alunni e le alunne con disabilità. Auspichiamo ora che con l’iter parlamentare, a partire della discussione in Commissione, si comprenda l’alto valore di questo intervento, approvandolo in via definitiva. Solo con scelte coraggiose e mirate è possibile intervenire su un sistema che necessita di profonde revisioni e modifiche».
Il presidente della Fish dà un numero per far comprendere la portata di questi 5mila nuovi posti: «Dal 2015/16 ad oggi l’organico di diritto sul sostegno è aumentato di 10mila posti, gli altri sono stati sempre posti in deroga. In un solo anno quindi i docenti di sostegno assunti stabilmente saranno la metà di quelli che sono stati assunti in nove anni», annota.
La Fish sostiene da tempo l’istituzione di una cattedra dedicata per il sostegno, con una classe di concorso dedicata: una scelta che garantirebbe sia la specializzazione dei docenti sia la continuità didattica. «Quello resta l’obiettivo da perseguire, ma l’emendamento presentato dal ministro è un primo importante passo in questa direzione, dove la continuità didattica e la specializzazione dei docenti sono centrali», ribadisce Falabella.
Finalmente vediamo un’attenzione concreta verso un sistema scolastico più inclusivo e capace di garantire pari opportunità e uguaglianza per tutti gli alunni e le alunne con disabilità. Auspichiamo l’approvazione in via definitiva
Vincenzo Falabella, presidente Fish
Quanti sono gli insegnanti di sostegno
Secondo l’ultimo report dell’Istat, nell’anno scolastico 2022/23 gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane sono stati quasi 338mila (pari al 4,1% degli iscritti). Gli insegnanti di sostegno sono circa 228mila (218mila nella scuola statale e 10mila nella scuola non statale): tra loro più di 67mila (circa il 30%) sono stati selezionati dalle liste curricolari, cioè sono docenti cioè che non hanno una formazione specifica per il sostegno ma vanno comunque in aula per far fronte ai bisogni degli alunni a fronte di un numero carente di insegnanti specializzati.
Il numero degli insegnanti di sostegno è in crescita (+10% nel 2022/23 sull’anno precedente). E la quota di insegnanti selezionati dalle liste curricolari è passata secondo l’Istat dal 37% dell’anno scolastico 2019/20 al 30% del 2022/23. Quasi sei alunni con disabilità su 10 (il 59,6%) nell’anno scolastico 2022/23 ha cambiato insegnante di sostegno rispetto all’anno precedente.
Un esercito di precari
«Si tratta di un piccolo esercito senza divisa e armato soltanto di specializzazione o, in mancanza, di buona volontà, che nella sua dimensione complessiva – ci sia consentita la comparazione – è in quantità maggiore dei nostri 207.281 agenti armati (108.663 carabinieri e 98.618 poliziotti)», annotava a settembre 2023 Tuttoscuola.
Nella relazione all’emendamento si legge che dal 2013 al 2024 gli studenti con disabilità sono passati da 212.944 a 316.368, con un aumento del 48%. Sono passati dal 2,74% al 4,41% dell’incidenza rispetto al totale della popolazione studentesca. «Questo incremento richiede una risposta strutturale che garantisca una copertura adeguata e stabile delle cattedre di sostegno nelle istituzioni scolastiche», si afferma. «Tuttavia, la continua crescita degli alunni disabili non è stata accompagnata da un corrispondente aumento strutturale dell’organico di sostegno, obbligando il sistema scolastico a ricorrere a deroghe e a personale supplente per coprire tali esigenze, al fine di garantire il diritto allo studio costituzionalmente tutelato. In particolare, i posti in deroga nell’organico di fatto sono passati da 38.893 unità nell’a.s. 2015/2016, fino a 108.290 unità nell’a.s. 2023/2024».
Un esercito precario: lo stesso ministro Valditara in un videomessaggio a settembre aveva detto che «su 160mila insegnanti insegnanti precari, nell’anno scolastico 2023/24 ben 108.885 sono di sostegno: si tratta del 68%». Lo ha ripetuto domenica 8 dicembre da Gramellini, dicendo che il 75% dei docenti precari sono di sostegno ma che questi insegnanti non possono essere assunti perché non hanno la specializzazione. «E perché non avevano la specializzazione?», si è chiesto il ministro. «Perché le università non avevano interesse più di tanto a specializzarli», ha affermato, suscitando un vespaio di polemiche.
Per ovviare alla strutturale carenza di docenti specializzati sul sostegno, con il DL 71/2024 il ministero ha fatto la scelta di affiancare i tradizionali percorsi TFA svolti nelle università (che prevedono 60 CFU) con dei percorsi più brevi, di 30 CFU, erogati da Indire e rivolti a precari senza specializzazione che abbiano già fatto almeno tre anni di attività sul sostegno. L’obiettivo con questa mossa è quello di specializzare 80.500 insegnanti di sostegno nel 2025. Al momento però i corsi annunciati non sono ancora partiti.
Che cos’è l’organico dell’autonomia
L’organico dell’autonomia – come ricorda la nota 0002852 del 5 settembre 2016 – «rappresenta a tutti gli effetti l’organico complessivo della scuola e ha lo scopo, oltre che di soddisfare le necessità e le esigenze didattiche e formative della comunità scolastica e territoriale, di ampliare le possibilità progettuali della scuola stessa. Infatti, come previsto dalla Legge 107/2015, tutti i docenti dell’organico dell’autonomia contribuiscono alla realizzazione dell’offerta formativa attraverso le attività di insegnamento, di potenziamento, di sostegno, di organizzazione, di progettazione e di coordinamento. […] Non esiste distinzione contrattuale tra docenti curricolari e docenti di potenziamento, ma in coerenza con quanto previsto dal comma 63, art. 1, della Legge 107, nell’organico dell’autonomia confluiscono posti comuni, posti per il sostegno e posti per il potenziamento dell’offerta formativa».
Foto di Remo Casilli/Sintesi
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