Formazione

Insegnanti di sostegno, il TAR impone la continuità

Il Tar del Lazio riconosce il diritto alla continuità dell'insegnante di sostegno. E al Miur stanno lavorando su un disegno di legge che dia gambe a un diritto difficilissimo da ottenere. Vita.it anticipa i contenuti di questo documento

di Sara De Carli

Negli anni si sono moltiplicati i ricorsi vinti da parte di genitori di alunni disabili, con i TAR che in genere si pronunciano a favore delle richieste di aumento delle ore di sostegno. La novità è che nei giorni scorsi, una ordinanza di sospensiva del Tar Lazio ha affermato il principio che all’alunno disabile spetta la continuità del docente di sostegno. La notizia è riportata da Tuttoscuola, che racconta come i genitori di un bambino disabile frequentante una scuola primaria di Roma si siano rivolti al TAR del Lazio perché il dirigente scolastico  non aveva accolto la richiesta di continuità didattica con l'insegnante di sostegno fino alla fine del ciclo scolastico presso la scuola elementare.
Il Tar, con ordinanza sospensiva del 16 luglio 2012, ha stabilito che deve essere tutelato «il rispetto dell’esigenza dei genitori di assicurare la continuità educativa del minore disabile, ove non sussistano esigenze di segno opposto debitamente documentate da parte dell’amministrazione».

Continuità: teoria e pratica
In realtà la continuità didattica sulla carta è già un diritto. Nella pratica no, ma averla non è così facile come sembrerebbe da questa sentenza. Salvatore Nocera, esperto di integrazione scolastica per la Fish spiega che «se si trattasse di un docente di ruolo sarebbe una cosa normalissima. Addirittura prevale sul diritto alla mobilità del docente». E l’ordinanza del Tar sarebbe quasi superflua, «a meno che si tratti di un caso singolare di un preside che sposta l’insegnante senza alcuna ragione»: caso grave ma isolato. Se si trattasse di un insegnante precario, invece, «mi chiedo come fa il Tar a ordinare la continuità, nel senso che faccio fatica a trovare una norma che consenta la continuità dinanzi all’obbligo di rispettare le graduatorie per gli incarichi annuali».

Novità in arrivo dal Miur
Proprio ieri, però, al Ministero dell’Istruzione si è riunito l’Osservatorio sull’integrazione degli alunni con disabilità. Tempo fa la Fish aveva presentato una proposta, che ora il ministro Profumo si è detto disponibile a fare propria attraverso un disegno di legge governativo. «Tra le proposte c’è anche la richiesta di garantire una maggiore continuità didattica per gli insegnanti di sostegno», ci anticipa Nocera. «Per i docenti di ruolo si passerebbe da 5 a 10 anni di permanenza nella stessa scuola, ulteriormente rinnovabili con un sistema di incentivi non economici ma di punteggio. Per i non di ruolo abbiamo proposto che l’incarico sia dato non più per un anno ma per un intero ciclo di studi».

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La proposta della Fish è all’esame dell’ufficio legislativo del Miur, con l’intenzione di arrivare a un testo definitivo per l’8 ottobre, data in cui è stato convocato il prossimo incontro dell’Osservatorio.  Si riafferma anche il principio della presa in carico dell’alunno disabile da parte di tutti i docenti della classe, «cosa fondamentale ma ormai scomparsa», dice Nocera, il rispetto del numero massimo di alunni per classe in presenza di un alunno con disabilità, la definizione di livelli minimi per l’integrazione scolastica. Le due novità più importanti sarebbero l’innalzamento dei crediti formativi sulla didattica speciale per gli insegnanti delle superiori (oggi per insegnare alle medie il curriculum prevede 31 CFU specifici, per le superiori solo 6)  e l’obbligo dell’aggiornamento ricorrente per tutti i docenti che hanno un alunno disabile in classe. «Servirà un accordo con i sindacati, ma finalmente passerebbe il principio che l’aggiornamento è un obbligo, perché oggi nei contratti è solo un diritto», precisa Nocera.

Quel corso dello scandalo
Mesi fa si era parlato anche di uno scandaloso “mini-corso on line” per convertire in insegnanti di sostegno i docenti soprannumerari. «Il decreto è stato cambiato», spiega Nocera. «I corsi partiranno ad ottobre, non c’è più alcun rischio che vadano in cattedra docenti con pochissime ore di lezione fatte. E soprattutto è volontario: su 10mila docenti soprannumerari hanno aderito in 1.500». le ore di lezione saranno 400, di cui solo 100 online. E alla fine ci sarà un esame, con tanto di tesina.
 


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