Formazione
Inquinare è più economico
Rifiuti a cielo aperto: incenerirli o smaltirli costa troppo. Un rapporto Federambiente accusa i sindaci italiani di risparmiare alimentando 570 siti altamente inquinanti.
La Sicilia ne possiede 66, il Molise 52, la Basilicata 32, il Piemonte 23, la Lombardia e il Lazio 11. Ma la vincitrice assoluta della classifica è la Campania con un totale di 115.
Italia uguale terra di discariche: 570 gli impianti regolari complessivamente censiti e solo 38 gli inceneritori attivi su un totale di 60 realizzati fino ad oggi. Troppo pochi, sostengono in molti, dopo che recenti studi hanno dimostrato come la diossina, grazie ai filtri che possono essere installati sulle ciminiere, sembra non costituire più un problema. Troppo pochi impianti regolari, quindi, soprattutto dopo che si è scoperto quanta energia sia ricavabile dalla combustione dei rifiuti. Senza contare quelli abusivi, presenti a migliaia in ogni angolo dello Stivale e sotto le finestre di poveri cittadini, sotto cui oltre all?inquinamento ambientale si cela un giro d?affari di miliardi.
A disegnare nei giorni scorsi la mappa dei luoghi dello smaltimento rifiuti sparsi lungo la penisola è l?Agenzia nazionale per l?ambiente (Anpa). Una carta geografica particolarmente significativa, dalla quale emerge un dato certo: il Sud batte il Nord in termini di discariche per 433 a 181. Secondo l?elenco stilato dall?Anpa, infatti, le regioni con un numero consistente di discariche si trovano soprattutto nel Meridione: un esempio per tutti, 64 in Calabria contro 26 in Veneto. In realtà il fenomeno è diffuso un po? in tutta Italia. Il motivo? Sicuramente un Paese ancora impreparato al riciclaggio, attività molto in uso nel resto d?Europa, dove anziché ?riutilizzo di ciò che è spreco?, la parola d?ordine è piuttosto ?risparmio a tutti i costi?. E sono proprio i prezzi bassi ad aver trasformato nel tempo il nostro Paese nello ?Stato delle discariche?.
Queste, infatti, secondo quanto è emerso dallo studio ?Modello per la valutazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti? elaborato da Federambiente, rappresentano il mezzo di smaltimento più economico: 80 – 100 lire al chilogrammo rispetto alle 170 della termodistruzione o della combustione di rifiuti in impianti dedicati e le 160 per la combustione in impianti industriali. Un modo per disincentivare l?uso delle discariche, in realtà, ci sarebbe: aumentando la tassa ambientale che grava su di esse, attualmente calcolata sui rifiuti smaltiti per l?insignificante cifra di 20 lire al chilo. Un?imposta che verosimilmente potrebbe crescere fino a 60-80 lire ma che difficilmente renderà concorrenziale il costo dello smaltimento in discarica, che toccherà al massimo le 120-140 lire. «Inoltre, una più attenta analisi dei costi di smaltimento», spiega il presidente di Federambiente, Guido Berro, «è un fattore non solo importante ma necessario per mettere le imprese nelle condizioni di lavorare nel migliore dei modi». La soluzione sta nella raccolta differenziata?
«Naturalmente», aggiunge, «la raccolta differenziata dei rifiuti è fondamentale. I nostri dati dimostrano che nelle aree dove è maggiormente sviluppato il servizio di raccolta differenziata, nei primi periodi il quantitativo totale del rifiuto raccolto, sommando la raccolta indifferenziata e quella differenziata, aumenta nettamente. È ipotizzabile, pertanto, che se si riuscisse a censire correttamente tutta la produzione di rifiuti solidi urbani, il dato globale non sarebbe 26 milioni di tonnellate ma superiore di 1/2 milioni».
Info. : Federambiente tel. 06.4786300;
e-mail:segreteria@federambiente.it
Ecomafia: quando i rifiuti sono davvero sporchi
?Ecomafia 2000? il quinto rapporto redatto da Legambiente su criminalità organizzata e illegalità ambientale registra un unico punto positivo: l?apertura della stagione delle ruspe, ovvero l?abbattimento delle costruzione abusive, che ha rallentato l?abusivismo edilizio nella misura del 22%. Ma nel complesso le cifre sono in aumento: l?ecomafia ha fruttato 26 mila miliardi (4 mila in più del ?98). Le cosche hanno inserito accanto a droga, usura, armi ed estorsioni anche il traffico illegale di rifiuti, le discariche, il cemento abusivo e le cave fuorilegge. Se da un lato diminuiscono i crimini contro l?ambiente, dall?altro aumenta il numero di quelli accertati. ?Ecomafia 2000?, sempre in tema di cifre registra il 42% dei reati concentrati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Nella classifica per regioni la Campania è anche quest?anno la più colpita dall?illegalità ambientale: qui si concentra il 18,3% dei reati, al secondo posto troviamo il Lazio, al quinto posto e prima del nord Italia si trova la Lombardia.
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