Il video è la nuova frontiera della comunicazione sociale. Non c’è associazione e cooperativa che, potendolo permetterselo, se lo fa o almeno pensa di farlo. Ci investono pure grandi reti nazionali a dimostrazione che non è una moda passeggera legata alla disponibilità di un qualche finanziamento o all’idea estemporanea di qualche operatore che ha voglia di cambiar linguaggio. E poi anche la qualità aumenta. Mentre invece rimangono al palo le strategie di divulgazione che sono ferme, o quasi, alla proiezione in occasione dell’assemblea dei soci o di convegni dal sapore più o meno celebrativo. Davvero troppo poco. C’è una frontiera, oggi battuta soprattutto dal marketing, che utilizza il video come strumento di contagio virale facendolo circolare soprattutto via social network. E’ davvero curioso che imprese che si dicono specializzate nella creazione di relazionalità si perdano sul più bello, proprio quando sono chiamate a socializzare i contenuti.
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