Cultura
Innovare l’idea di giornale per raccontare l’innovazione
L'editoriale che apre il nuovo Vita in edicola. Un numero di grande cambiamento che è «il risultato del nostro lavoro e della nostra sfida. Lo abbiamo chiamato “bookazine”. Qualcosa di più di un giornale. Perché affascinante ed esaustivo come solo un libro può esserlo. Qualcosa di più di un libro, perché sensibile ai fenomeni e alle tendenze di un mondo che cambia, come solo un giornale sa fare. Ora tocca a voi. Aspettiamo i vostri commenti e contributi»
La cover di Vita di gennaio scorso, 2016, tutta un’altra storia, era insieme un auspicio e una promessa. Un auspicio per la vita di tutti sostanziato da tante storie di innovazione e generatività sociale, e una promessa che riguardava innanzitutto noi. L’innovazione sociale, il cambiamento, non possono ridursi ad essere un argomento tra gli altri, devono diventare una pratica anche per chi li racconta, una sfida per il nostro stesso lavoro di giornalisti. Quando immaginammo quella copertina era da poco aperto il cantiere, coordinato dal nostro art director Matteo Riva e partecipato da tutta la redazione, da cui oggi esce un magazine del tutto nuovo nella concezione, nel disegno, nel linguaggio e nelle sue caratteristiche cartotecniche. Abbiamo lavorato con una convinzione: che Vita dovesse raccontare l’innovazione provando a innovare a sua volta l’idea di giornale.
«Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose di prima», diceva con una delle sue uscite fulminanti Albert Einstein. Per questo dovevamo noi stessi rispondere per primi alle domande che il tempo ci impone: come raccontare un mondo che cambia a una velocità così rapida? Come rispondere alla cri- si di lettura che sta mettendo in crisi il mondo dell’editoria?
Più qualità. Oggi l’unica arma a disposizione della carta è la qualità dell’informazione che propone, la sua indipendenza, la capacità di leggere la realtà senza schemi, l’attenzione a offrire ai lettori strumenti e informazioni adatte a capire un mondo in rapida trasformazione. I nemici sono la retorica e la tentazione dell’autoreferenzialità. Non basta parlare di sostenibilità, responsabilità, solidarietà, imprenditoria sociale, economia civile bisogna documentarle, spiegarle, raccontarle, farne sentire non solo la giustezza e la necessità, ma il fascino, la bellezza, e tutta l’attrattiva.
Per questo occorre anche la disponibilità e la fantasia nell’adottare linguaggi nuovi, nell’affrontare in maniera imprevedibile situazioni che magari sono prevedibili. Vedrete già in questo numero alcune soluzioni innovative, grazie alla collaborazione ormai consolidata con alcuni tra i più importanti e apprezzati illustratori italiani e grazie alla disponibilità di un grande economista come Giulio Sapelli, che in questo numero diventa per noi il protagonista di un fumetto.
Una visione del mondo. Nelle tante letture fatte in questi mesi ci ha colpito la frase di uno tra i co-fondatori di Good, Casy Caplowe: «Penso che solo le riviste, ancor di più oggi, possano essere un manifesto per una comunità di lettori e utenti, un manifesto in cui riconoscersi come comunità di intenti e di pratiche, perché solo con una rivista si può confezionare un’idea e una visione del mondo che l’online non riesce a trasmettere». Vita da sempre propone una visione del mondo e dei valori da condividere. Il salto che vogliamo fare con il nuovo magazine è quello di allargare la nostra tradizionale comunità di lettori
conquistandone di nuovi alla ragionevolezza e alla praticabilità delle nostre ragioni e delle esperienze che racconteremo. A partire da tanti nuovi collaboratori. Vita sarà un giornale-periscopio, che guarda fuori e oltre gli orizzonti consueti: un giornale che narra con entusiasmo tutte le forme di innovazione, sociale, culturale, di costume o di stili di vita. Un giornale a grandangolo, aperto all’esplorazione delle tendenze che segnano il nostro tempo, senza pregiudizi, che si rivolge ad un pubblico trasversale, attivo, attento alle innovazioni, curioso rispetto a ogni forma di esperienza, capace di cambiare in meglio la vita di tutti.
Quello che avete tra le mani oggi è il risultato del nostro lavoro e della nostra sfida. Lo abbiamo chiamato “bookazine”. Qualcosa di più di un giornale. Perché affascinante ed esaustivo come solo un libro può esserlo. Qualcosa di più di un libro, perché sensibile ai fenomeni e alle tendenze di un mondo che cambia, come solo un giornale sa fare. È il nuovo Vita, un mensile che esce con l’ambizione di farsi leggere per molto più di un mese. Il bookazine è diviso con chiarezza in tre sezioni. La prima, Forward, è affidata a grandi firme e racconterà l’innovazione sparigliando sui più di- versi fronti: dalla mobilità al food, dalla finanza alla televisione, dalla tecnologia alla comunicazione, dalla creatività alla politica. Una sezione caleidoscopica, tutta proiettata in avanti per immaginare le sfide e gli scenari di domani. La seconda sezione è il cuore del giornale, il Book dedicato al tema del mese. L’intento è quello di fornire al lettore contenuti caratterizzati da completezza e affidabilità. I temi sono scelti guardando ai fenomeni che stanno cambiando la nostra vita. Si parte con il boom del welfare aziendale, 50 pagine per analizzare il fenomeno e raccontarlo. Il giornale si chiude con uno sguardo a ciò che è appena accaduto, in una sezione chiamata Rewind, disegnata con la scansione a sezioni propria di un quotidiano, per ragguagliare i lettori in modo sintetico sui fatti di rilevanza sociale che hanno segnato il mese trascorso, stimolare consapevolezza e cambiamento. Sino a qui, noi; ora tocca a voi. Aspettiamo i vostri commenti e contributi.
Per scoprire Vita Bookazine non resta che entrare (cliccando qui) sulla pagina dedicata e cominciare a sfogliarlo
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.