Volontariato

InMovimento, un manifesto per ripartire

Sul numero di febbraio il lancio di un Manifesto che ha l’ambizione di riconvocare i soggetti sociali su alcune parole chiave: cittadinanza, partecipazione, costruzione, uscita dall’autoreferenzialità e dal lamento. Il manifesto propone principi, indica le cose da fare e sottopone alla discussione pubblica la bozza di una piattaforma civica

di Redazione

Il nostro impegno personale e quello delle nostre organizzazioni, in questi anni, sono innanzitutto modi di esercitare la cittadinanza , sono una forma attiva di partecipazione alla costruzione del bene comune e dell’interesse generale. Per il cambiamento di questo Paese e dei luoghi in cui viviamo, per farla finita con l’autoreferenzialità, per smettere di lamentarsi e praticare la sola rivoluzione che cambia, quella della positività e delle esperienze. Il Terzo settore è nato con la voglia di cambiare il mondo non per difendere se stesso, ma per cambiare la realtà e le cose, le relazioni tra i viventi. Qui c’è di mezzo il nostro Paese, il popolo cui apparteniamo, il suo futuro. Qui non è più questione di Terzo settore, non è in questione la sopravvivenza delle organizzazioni e, magari, qualche residuo appalto, ma siamo in questione noi , i nostri figli, la loro educazione, il senso del lavoro e il lavoro che non c’è, i beni pubblici che vorrebbero svendere, la miseria diffusa e che continua a crescere, la concezione stessa dell’intraprendere e della giustizia, in questione è la nostra concezione di accoglienza. Perciò, ci impegniamo….

Inizia così il manifesto che VITA lancia nel numero di febbraio del magazine. Scaricatelo (in allegato) e cominciamo a discuterlo. Le vostre adesioni, osservazioni e pensieri inviatele a inmovimento@vita.it.


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