Welfare

Inizio processo 1991, ordine di carcerazione 2007!

di Redazione

Vite compresse in carceri sovraffollate
Progettato per contenere 564 persone detenute, oggi il carcere di Verona ne “ospita” 784. Un quadro desolante comune ormai alla gran parte delle carceri italiane e analizzato con spietata lucidità dal direttore, Salvatore Erminio : «Più che altro bisognerebbe pensare a delle pene diverse da quella detentiva. Ad esempio, se prostitute e loro clienti potranno essere condannabili dai 5 ai 15 giorni di detenzione, è naturale che si parlerà sempre più di sovraffollamento. Oggi in carcere ci sono sempre più emarginati e meno delinquenti. Alcuni arrivano in condizioni pessime, tanto che si fatica a capire come possano essere dalla parte dei colpevoli, e molti quando arrivano non hanno altro che quello che indossano».
La lentezza desolante delle pene
Bisogna far parlare il carcere, perché “fuori” si continua a dire che le pene nel nostro Paese non sono certe, e nessuno dice invece che le pene sono per lo più certissime anche se arrivano con una lentezza desolante, come racconta Marco L. : «1991 inizio del processo? febbraio 1998: sentenza della Corte d’appello e della Cassazione? condanna a sette anni per ricettazione? ordine di carcerazione dicembre 2007. Sono in galera da un anno, quando invece, se la Giustizia di questo Paese avesse tempistiche normali, dovrei già aver scontato la pena ed essere fuori da almeno 4 anni. In realtà io sono stato condannato a 23 anni! 16 di attesa e 7 di espiazione! Un sistema che si permette di procrastinare fino a questo punto, senza colpo ferire, non ha in sé alcun senso reale di giustizia».

Vite che si somigliano
Scrive Salvatore A. , detenuto nel carcere di Padova: «I miei figli sono rimasti soli, vivere in un paese dove tutti li additano come i figli di un assassino non deve essere facile, chissà se ci sarà qualche compagno di scuola che si siede con loro nello stesso banco. Mio padre non si ferma più neanche al bar per un caffè, non gli va neppure di scambiare quattro chiacchiere, ho la sensazione che abbia dovuto fare una scelta, o la sua famiglia o il resto della comunità, ed ha scelto la famiglia, autoisolandosi da quello che ha rappresentato la sua vita nel suo paese». Come si somigliano le vittime dei reati e i famigliari dei rei.

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