Mondo

Inizia il dopoguerra?

Per Flavio Lotti non cambia nulla, perché la catena di comando non cambia. Per Sergio Marelli e Luigi Bobba, invece, la svolta c’è. E l’Onu si è presa la sua rivincita.

di Ettore Colombo

Il governo esulta, il centrosinistra tentenna, il mondo pacifista e dell?associazionismo si divide. Oggetto: la nuova risoluzione dell?Onu, in via di approvazione definitiva da parte del Consiglio di sicurezza. Gli elementi di novità emersi finora (martedì 8 giugno) non fanno esultare solo Berlusconi. Il leader della Margherita, Francesco Rutelli già lunedì 7, in tv, si dice convinto che “se si dovessero realizzare le condizioni di una svolta, anche l?Italia dovrebbe parteciparvi”. Lo stesso Prodi e Massimo D?Alema lasciavano intendere che il centrosinistra sta per cambiare posizione, solo che volevano farlo dopo le elezioni. L?uscita di Rutelli ha scompaginato i giochi e messo in subbuglio la sinistra radicale e pacifista. Critiche all?Ulivo dalle Tavole Rutelli, in parte, fa marcia indietro, ma la frittata è fatta, mentre il Polo, dopo la visita di Bush e la liberazione degli ostaggi, risale la china dei sondaggi. Per Fabio Alberti, coordinatore del Tavolo di solidarietà con le popolazioni dell?Iraq, “il Signore acceca chi vuol perdere: l?Ulivo crede che la soluzione si trovi a New York e non a Bagdad e sta per prendere di nuovo un?enorme cantonata. Non serve leggere il testo integrale della risoluzione per sapere che la nomina di un governo provvisorio compiacente e non riconosciuto da molti gruppi politici iracheni come dai gruppi della resistenza armata, dal consiglio degli ulema come dalle tribù (Sistani per primo) non ha nessuna rappresentatività della popolazione irachena e pone le basi per una recrudescenza della guerra civile e per il peggioramento delle condizioni di vita della gente”. Anche Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, scuote la testa, lamentando l?approssimazione e la superficialità frettolosa dei giudizi del centrosinistra: “Non c?è nessuna svolta. Gli Usa stanno solo cercando una legittimità mai avuta grazie all?Onu, dopo aver perso ogni credibilità, ma è solo un maquillage. Certo, il mandato del Consiglio di sicurezza non è poca cosa: gli Stati Uniti passano da forza di occupazione a forze a disposizione del governo e si prevede la costituzione di un corpo militare per la protezione del personale Onu, ma la catena di comando non cambia e l?ipotesi che il governo provvisorio, contro la cui composizione ha protestato lo stesso Brahimi, possa chiede agli Usa di andarsene non è realistica. Inoltre, c?è un particolare poco noto ma cruciale: la gestione delle risorse finanziarie non passa di mano. Il governo provvisorio nomina un membro nel Fondo per lo sviluppo ma conta per uno: su come usare i soldi non decide nulla”. Focsiv e le Acli: rivincita Onu Sergio Marelli, presidente dell?Associazione delle ong italiane, è invece possibilista: “Da tempo dicevamo che la nuova risoluzione Onu sarebbe stata un importante passo in avanti e sembra lo sia. S?insedia un nuovo governo e si fissa un percorso costituente ed elettorale preciso in vista del 2005 mentre la svolta nella politica dell?amministrazione Bush è indubbia e riconosce il ruolo dell?Onu. Poi, certo, bisognerà vedere se il governo provvisorio iracheno avrà un reale potere di veto sulla presenza delle forze occupanti o meno. Se il comando militare dell?Iraq resta nel pieno controllo degli Usa, la svolta non è sufficiente: non si può menomare un governo del potere militare. Se invece la svolta vuol dire passaggio di poteri anche su questo punto, allora si può rimettere a tema la questione della partecipazione dell?Italia alla forza multilaterale, naturalmente sotto egida dell?Onu. è preoccupante invece che se ne discuta prima al tavolo del G8 che a quello dei ministri degli Esteri dell?Unione, un segnale di grave debolezza per la nuova politica estera europea”. Luigi Bobba, presidente nazionale delle Acli, sottolinea come “la tanto vituperata Onu si prende una bella rivincita, andando in soccorso degli Usa che non sanno più come uscire dal pantano Iraq in cui si sono cacciati. La svolta multilaterale è l?unica via percorribile anche se la nuova risoluzione non è la panacea di tutti i mali: il problema sicurezza e quello rappresentatività del governo provvisorio restano in piedi. Il mancato coinvolgimento di altri Paesi, in particolare quelli arabi e del Mediterraneo, è un altro punto debole, per il successo della transizione”. Sulla posizione dell?Italia, Bobba dice che “non può certo tirarsi indietro ora, senza avvolgersi nella bandiera dell?Onu, come fa il governo, che non ci ha mai creduto, ma senza nemmeno impiccarsi al dibattito ritiro-non ritiro, come ha fatto l?Ulivo, sbagliando tutti i tempi”. Appunto.


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