Welfare
Infortuni sul lavoro, una legge ad hoc per le donne
La chiede Franco Bettoni, presidente di Anmil
«Le donne che si infortunano o si ammalano devono affrontare con la loro menomazione due mondi spesso antagonisti: il lavoro aziendale e quello familiare. Hanno bisogno di maggior aiuto e per questo abbiamo decisio di sostenere una proposta di legge d’iniziativa parlamentare che rafforza le loro tutele», afferma il presidente di Anmil Franco Bettoni, commentando i dati del Rapporto curato dal Gruppo Donne Anmil per le Politiche Femminili.
INFORTUNI E MORTI
Nell’ultimo decennio, a fronte di una costante crescita di donne occupate, gli infortuni sul lavoro che hanno coinvolto donne hanno registrato una sostanziale stabilità: da circa 244mila nel 2001 a 245mila nel 2010. Gli incidenti mortali hanno segnato una flessione del 38%, passando dai 127 casi del 2001 ai 79 casi del 2010.
CASA-LAVORO
Il Rapporto rileva che sono le donne a essere più coinvolte, 45mila su un totale di 89mila casi, negli infortuni che si verificano nel percorso casa-lavoro e viceversa. Un tragitto in cui si concentrano tutte le difficoltà di conciliazione tempo di lavoro-cura familiare.
IL SETTORE PIU’ PERICOLOSO
Per le lavoratrici il settore con la più alta incidenza infortunistica è la sanità, dove si concentra quasi il 12% degli infortuni femminili, seguito da altri settori ad elevata presenza femminile, tra cui quello dei servizi alle imprese e alle persone, commercio e tessile.
LA PROFESSIONE PIU’ PERICOLOSA
La professione più colpita in assoluto è quella delle infermiere professionale che abbraccia il 10% degli infortuni occorsi a tutte le qualifiche professionali femminili. Il settore dei servizi domestici (colf e badanti) presenta una particolarità di genere: il 90% degli infortuni riguarda la componente femminile ed in particolare le lavoratrici straniere (oltre l’80%) con netta prevalenza dell’est europeo (rumene, ucraine e moldave).
LA PROPOSTA DI LEGGE
Sulla base dei dati del Rapporto è stata presentata una proposta di legge per rafforzare la tutela delle donne lavoratrici e con disabilità, contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. I punti di forza di questa proposta di legge di iniziativa della Sen. Silvana Amati e della Sen. Ombretta Colli, sono rappresentati principalmente: dal diritto a prestazioni di assistenza psicologica adeguate; dal favorire la conciliazione tra il doppio ruolo donna e lavoratrice in casa e fuori casa, al fine di evitare lo stress che è causa di infortuni in itinere e domestici; dalla previsione di risarcimenti più adeguati. Infatti, essendo legata la rendita Inail al parametro retributivo (che l’Istat rileva essere inferiore rispetto agli uomini del 20% a parità di ruolo) la disabilità delle donne è economicamente penalizzata.
RIFORMA DELLE TUTELE
La pubblicazione del rapporto è stata l’occasione anche per informare di un’altra iniziativa di Anmil. Si tratta della proposta di una legge di iniziativa popolare per contribuire alla riforma di tutta la materia della tutela degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, intervenendo sul T.U. del 1965, attraverso una delega al Governo. La raccolta delle 50mila firme prevista dalla legge partirà subito dopo le approvazioni di rito del testo ed è intenzione dell’Anmil di concluderla il 14 ottobre 2012, in occasione della 62a Giornata Nazionale per le Vittime del Lavoro.
In allegato il rapporto in versione integrale
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.