Economia
Infortuni sul lavoro/2: l’Anmil fa i conti in tasca all’Inail
Ogni azienda assicurata paga in media un premio INAIL di 2.631,93, di questi solo 1.900,12 sono utilizzati per prestazioni e 731,81 costituiscono, tolte le spese di gestione dell' INAIL, una t
di Redazione
Ogni azienda assicurata (Tot. 3.115.577) paga in media un premio INAIL di ? 2.631,93, di questi solo ? 1.900,12 sono utilizzati per prestazioni e ? 731,81 costituiscono, tolte le spese di gestione dell’ INAIL, una ?tassa occulta?.
Si parla di sicurezza, ma per 365 giorni l’anno ogni impresa italiana paga in media 2 ? per la sicurezza, cioè oltre 6.000.000 di ? al giorno, che invece di essere investiti in prestazioni o servizi si perdono nelle pieghe del bilancio dello stato senza che nessuno possa sapere che cosa si farà con quei danari.
Se veramente vogliamo non solo parlare delle morti bianche, ma fare qualcosa per evitarle, bisogna utilizzare questi fondi per la sicurezza e per assistere meglio i lavoratori vittime di infortuni e i loro familiari.
Il saldo attivo dell’ INAIL (ricavato dal differenziale tra i premi pagati e le prestazioni) di 2,18 miliardi di ? rappresenta lo 0,15% del PIL, mentre i costi sociali degli infortuni (pari a 40 miliardi di ?) rappresentano il 2,7% del Prodotto Interno lordo.
Se si investisse il 50% di quanto lavoratori e imprese pagano per la sicurezza potremmo immaginare di finanziare un’azione forte di sicurezza e prevenzione con l’obiettivo di una riduzione del 25% degli infortuni.
Si tratterebbe quindi, oltre che di un obiettivo possibile anzi necessario ed etico, anche di un’azione economicamente vantaggiosa perché permetterebbe di fronte ad una spesa di 1,14 miliardi di ? – pari allo 0,08% del PIL – un recupero di valore di 10 miliardi di ?, pari allo 0,68 % del PIL, con un saldo attivo dello 0,60% del PIL (8,86 miliardi di ?).
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