Formazione

Informazione: la Voce di Napoli a rischio chiusura

Il mensile campano condannato a pagare 150 milioni di vecchie lire per diffamazione nei confronti del cardinal Giordano. Un appello.

di Giampaolo Cerri

La Voce di Napoli, mensile della società civile napoletana, rischia la chiusura. Il Tribunale civile partenopeo ha condannato la testata al pagmento di 75mila euro, 150 milioni di vecchie lire (la richiesta era 1 miliardo), per il risarcimento dei danni morali al cardinale Michele Giordano. Si tratta dell’epilogo di una causa per diffamazione seguita alla vicenda giudiziaria dell’arcivesco di Napoli indagato per usura e poi assolto in primo grado. «Il cardinale Michele Giordano li vuole subito», spiega uno dei redattori, Andrea Cinquegrani, «ha infatti inviato nei giorni scorsi un atto di precetto in cui chiarisce che, scaduti dieci giorni, intraprenderà le misure di esecuzione forzata (pignoramenti o altro). La stessa cosa hanno fatto i suoi avvocati (il penalista Enrico Tuccillo e il civilista Domenico Castellano) per la loro parcella». Da Napoli si lancia un appello: «Alla luce di vicende come queste, che distruggono i residui, limitatissimi spazi rimasti per una informazione documentata, dalla parte dei cittadini e indipendente da poteri illeciti, chiediamo che le forze politiche democratiche, i movimenti, gli intellettuali, tutti coloro cui stanno a cuore le sorti della democrazia in questo Paese, si uniscano a noi per lanciare la richiesta di una immediata proposta di legge che sottragga definitivamente dalle sedi civili dei tribunali le controversie in materia di diffamazione. Ci associamo all’appello di Marco Travaglio e Gianni Barbacetto, colpiti da vicende giudiziarie in sede civile ad opera di potenti come Berlusconi e Previti: vogliamo che sia un pubblico ministero a rappresentare nelle aule di tribunale lo Stato e i cittadini, tutelando il diritto dei giornalisti di pubblicare notizie vere e verificate, e il diritto dei cittadini di poterle leggere, conoscere, valutare. Sentenze “civili” come quella pronunciata nei confronti della Voce della Campania nella vicenda col cardinale Giordano annientano il diritto costituzionale della libertà di stampa e rischiano di soffocare una delle poche voci che, pur essendo totalmente autogestita dai giornalisti, è riuscita con la forza delle sue inchieste a far aprire fascicoli della magistratura a carico di politici ed imprenditori di malaffare, conquistando un pubblico sempre più vasto ed attento, grazie anche alla presenza su internet e al collegamento ideale col mondo no global, intensificato di recente attraverso il supplemento Colonne Militanti. Ci onora di poter annoverare tra gli amici, collaboratori e sostenitori della Voce, personalità impegnate come don Vitaliano Della Sala, Luciano Scateni, Enzo Albano, Pasquale Colella, Percy Allum, Nicola Quatrano, Francesco Caruso, i redattori di informationguerrilla. Sappiamo, inoltre, di poter contare sul sostegno dei fondatori del Comitato Articolo 21 liberi di?, ma anche su quello dei tanti colleghi che vivono, nelle diverse ed importanti redazioni del Paese, la quotidiana oppressione censoria del potere. Sappiamo anche che alla nostra battaglia sono vicine le decine e decine di testate autogestite collegate al circuito Le Voci dell’Italietta, fondato da Michele Zacchi, e al quale aderiamo fin dall’inizio. E vogliamo anche ricordare che la Voce della Campania nel 1992 vinse il primo premio “Penne Pulite”, organizzato a livello nazionale da giornalisti Rai di primo piano come Alberto Severi, per aver reso un’informazione trasparente e coraggiosa nel difficile periodo dell’alba di Mani Pulite. Ricordiamo, infine, che un appello come il nostro era stato lanciato lo scorso anno dal Centro di documentazione intestato alla memoria di Peppino Impastato, attraverso la penna e la voce di Riccardo Orioles, e che oggi, attraverso il sito ilbarbieredellasera, analoghe iniziative vengono diffuse ad opera degli stessi Barbacetto, Travaglio e Gomez. A tutti chiediamo di ricordare al loro vicino che la partita della democrazia si gioca sul terreno dell’informazione. E che quando tutta la realtà arriverà ai cittadini attraverso organi d’informazione totalmente condizionati dal potere, alla dittatura dei potentati economici, occulti, mafiosi, non esisterà più alcuna alternativa». Per chi voglia solidarizzare con La Voce, c’è il sito www.lavocedellacampania.it


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