Welfare

Informazione, la svolta di Rosarno

di Redazione

Karim Bruneo
Di immigrazione sulla stampa italiana si parla sempre meno. Sembra essere in atto un processo di normalizzazione nell’approccio a questo tema, almeno dal 2008. Ed è meno frequente che in passato il richiamo all’emergenza sicurezza, all’allarme sbarchi e all’accostamento tra immigrazione e criminalità. Sono solo alcuni dati resi noti martedì 20 luglio a Roma, nella sede dell’Associazione Stampa estera, durante la presentazione dei risultati della ricerca condotta nell’ultimo semestre dall’Osservatorio Carta di Roma, la struttura scientifica nata su impulso della Fnsi e dell’Ordine dei giornalisti, in collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, per monitorare l’informazione italiana in materia di immigrazione e di asilo.
Non perdendo di vista l’obiettivo della ricerca – analizzare quantitativamente le tendenze generali del giornalismo in Italia – particolare attenzione è stata dedicata al tema dell’immigrazione partendo dalle vicende di Rosarno, che hanno arricchito la cronaca all’inizio di quest’anno. Ebbene, «emerge un quadro complesso e ambivalente», ha affermato Mario Porcellini – presidente della Conferenza nazionale delle facoltà di Scienze della comunicazione. Nei primi quattro mesi del 2010 il monitoraggio delle prime pagine dei quotidiani nazionali ha registrato un calo nella trattazione dell’emergenza sicurezza legata agli immigrati, dovuto indubbiamente alla presenza sempre meno frequente di questa tematica negli ordini del giorno dell’agenda governativa. L’informazione sembra vivere nell’eterno presente e le notizie compaiono all’improvviso, vengono trattate in modo ridondante, consumate dall’opinione pubblica e, nemmeno il tempo di digerirle, scompaiono per lasciare adito ad una nuova notizia. Ma in questo scenario non tutto è nero e le buone notizie si vedono: il caso Rosarno ha evidenziato una tendenza generale all’approfondimento delle dinamiche in oggetto e alcune testate giornalistiche si sono distinte per un’analisi più ricca e dettagliata, che va al di la delle classiche 5 W e indaga scrupolosamente i moventi e le dinamiche della rivolta.

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