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Informazione: Appello del Forum per un sistema plurale

Diritto alla comunicazione e alla conoscenza: beni pubblici per innovare il welfare. Un appello e un documento del Forum permanente del Terzo settore

di Redazione

Il Forum del Terzo settore lancia un appello, e insiem un documento. La centralità della comunicazione e la sua importanza sono al centro di un documento proposto dal Gruppo comunicazione ed editoria del Forum del Terzo settore e dall?Osservatorio Terza.Com ? tiene conto di sollecitazioni e spunti che emergono dall?elaborazione di associazioni e movimenti, anche internazionali, sul tema dei diritti alla comunicazione. Si chiama “Diritto alla comunicazione e alla conoscenza: beni pubblici per innovare il welfare”. Per aderire si può inviare una mail a forum@forumterzosettore.it o spedire un fax al numero 0669923600 mettendo come oggetto: “SOTTOSCRIZIONE DOCUMENTO/APPELLO DIRITTO ALLA COMUNICAZIONE”. ComunIcare Documento proposto dall?Osservatorio sulla comunicazione sociale e l?editoria del Terzo settore Terza.com. Forum permanente del Terzo settore – Facoltà di Scienze della Comunicazione dell?Università di Roma ?La Sapienza? Nella società dell?informazione e della conoscenza, la partecipazione sociale, la creazione di ricchezza ed il pieno svolgimento della cittadinanza dipendono sempre più dai processi comunicativi. È per questo che, nell?ambito di un progetto di inno-vazione del welfare socio-culturale, un posto particolare spetta alla libertà di informare e di essere informati di tutti i cittadini, al diritto di esprimersi liberamente, al diritto di accesso al sistema dei media, al diritto ad essere connessi alla rete in ma-niera interattiva, al diritto di usufruire della ?risorsa comunicazione? in tutte le pos-sibili forme. La ?risorsa comunicazione?, come la sfera dell?informazione e dei saperi, costitui-scono infatti un bene comune, il nuovo spazio pubblico della società del nuovo mil-lennio che il mondo delle istituzioni e della politica ha il dovere di sostenere e ampliare attraverso:

  • la garanzia dei diritti a comunicare ed informare oltre a quelli di accesso all?informazione, sviluppando una cittadinanza attiva della comunicazione;
  • una sussidiarietà ampliata alla produzione e diffusione dell?informazione e della comunicazione;
  • un?attiva opera di stimolo delle reti informali e comunità attraverso la creazione e il sostentamento di luoghi diffusivi di conversazione e scambio, aperti ai nuovi soggetti comunicativi Per fare questo riteniamo si debba operare attraverso cinque leve strategiche: 1. Un sistema multimediale pluralistico, aperto e sociale La struttura del sistema non solo deve garantire il pluralismo e l?assenza di posizioni di monopolio, ma la presenza di una serie di canali di accesso pub-blico e di utilità sociale, e di emittenti comunitarie, di servizio e non profit. L?assegnazione delle frequenze e l?allocazione delle risorse deve garantire la presenza di queste emittenti sia a livello nazionale, sia locale. Alle emittenti pubbliche e private devono essere garantiti pluralismo sociale e opportunità di accesso, attraverso un sistema di ?contratti di servizio? e relativo ?bilancio sociale? con i concessionari delle frequenze, in un sistema nel quale sia chiara la distinzione e l?autonomia tra potere politico e strumenti di comunicazione, tra istituzioni pubbliche e media. 2. Un servizio pubblico radiotelevisivo indipendente e di qualità Un welfare rinnovato deve basarsi su un?idea imprescindibile di servizio pub-blico radiotelevisivo. Pensiamo che la Rai svolga una funzione fondante per la costruzione dell?identità nazionale e per l?affermazione dei suoi valori di de-mocrazia e di partecipazione. La televisione tradizionalmente chiamata ?di servizio? dovrebbe puntare a munire i cittadini di strumenti per l?accreditamento sociale, condizione fon-damentale per garantire la partecipazione alla crescita della qualità della vita del Paese. Questa è, in estrema sintesi, la ?responsabilità sociale d?impresa? che chiediamo alla Rai. E? necessario che il sistema pubblico garantisca una pluralità di voci al suo interno, rafforzi i tavoli di confronto con la società civile organizzata, riconosca spazi autonomi di palinsesto nei quali sia possibile raccontare la società italiana in tutti i suoi aspetti. E? necessario valorizzare le competenze interne che rappresentano anche?esse una risorsa pubblica: dirigenti, giornalisti, autori, registi, organizzatori. Contemporaneamente, i contenuti dovranno essere sempre proiettati in avan-ti rispetto all? orizzonte culturale dei pubblici, perché solo perseguendo que-sto obiettivo la comunicazione può riuscire a catalizzare l?attenzione e a forni-re l?immagine delle dimensioni del cambiamento. Il servizio pubblico deve svolgere un?analisi critica e consapevole dei dati di ascolto: non esiste sistema televisivo moderno che prescinda da una lettura intelligente dei bisogni del pubblico. 3. Accesso e diritti di comunicazione di Rete Un sistema di comunicazione che privilegi il diritto alla comunicazione e alla conoscenza dei cittadini non può non fondarsi sulla possibilità e capacità di accesso agli strumenti della comunicazione digitale, telematica e mediata dal computer. Accesso che non si esaurisce nella possibilità di connessione a internet anche attraverso luoghi pubblici, ma attraverso la diffusione della banda larga e delle nuove tecnologie wireless, grazie a garanzie di trasparenza nella governance della Rete, possibilità di offerta informativa, condivisione e scambio da parte di tutti i soggetti sociali. 4. Un sistema editoriale aperto, con più opportunità per l?editoria non profit e del terzo settore Per garantire un accesso pluralista alla produzione culturale e alla diffusione delle informazioni è necessario un riequilibrio tra le risorse a disposizione dei grandi gruppi editoriali e quelle destinate alle piccole imprese e al sistema dei media non profit. In particolare, l?editoria del terzo settore ? che è parte dell?editoria non profit e ne condivide gran parte delle problematiche ? svolge un ruolo insostituibile per la democrazia e il pluralismo dell?informazione nel nostro Paese: un mondo composito e vario al proprio interno che compren-de circa 6.000 testate e raggiunge costantemente un pubblico di 11 milioni di cittadini-attivisti della solidarietà. E? essenziale sostenerne il valore sociale e la dignità in quanto ?prodotto editoriale? sociale e specifico, attraverso ? ad e-sempio ? politiche di sostegno per la distribuzione e postalizzazione a costi agevolati e la destinazione di una quota riservata di pubblicità istituzionale. 5. Diffusione dei saperi e delle conoscenze La società della conoscenza trae vitalità dal patrimonio collettivo delle comu-nicazioni e dei saperi. Per questo un nuovo welfare della comunicazione non solo deve garantire spazi e tempi per la creazione dei saperi e la ricerca scientifica, per la formazione permanente e per la loro diffusione, ma deve garanti-re che questa conoscenza vada ad alimentare quello spazio comune, ad esempio, attraverso l?accesso ad archivi e mediateche e una legislazione del diritto d?autore che ne favorisca e difenda la diffusione invece che comprimerla e ridurla.
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