Chi lavora negli asili nido? Che età ha, quale contratto, qual è il suo titolo di studio? L’Istat accende per la prima volta un faro sul personale dei servizi educativi per l’infanzia e fa luce sulle caratteristiche di chi si prende cura dei più piccoli in Italia. Lancia un allarme, soprattutto. C’è il rischio, in mancanza di un investimento serio sulla formazione e sulla retribuzione del personale, che il servizio sia declassato a semplice “custodia” dei bambini e delle bambine. Il profilo medio degli educatori che emerge dalla ricerca allunga infatti più di un’ombra sulla qualità del processo formativo rivolto ai minori di tre anni e sul cammino che separa l’Italia dal raggiungimento dei target di copertura comunitari (33 posti ogni 100 potenziali utenti elevato a 45 entro il 2030 dagli “obiettivi di Barcellona”). Il report I servizi educativi per l’infanzia in Italia. Stato dell’arte, personale e accessibilità dell’offerta Zerotre non si limita a tracciare l’identikit dell’organico relativo all’anno educativo 2022/2023. Fornisce anche un quadro completo del sistema di offerta e riporta i risultati della seconda indagine campionaria, curata dall’Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con l’Istat, sulla domanda dei servizi da parte delle famiglie e sulle caratteristiche dei bambini frequentanti. VITA ha analizzato i dati più significativi con l’aiuto del professor Emmanuele Pavolini, ordinario di Sociologia dei processi economici e del lavoro alla Statale di Milano, condirettore del Journal of European Social Policy e autore con Costanzo Ranci del volume Le politiche di welfare pubblicato nel 2024 dal Mulino di Bologna.
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L’indagine campionaria dell’Istat
Al momento non esiste un flusso informativo ufficiale che quantifichi la presenza di educatrici, educatori e personale ausiliario a livello nazionale in quanto, fino alla legge 107/2015, i servizi educativi per l’infanzia non sono stati inclusi nel settore dell’istruzione ma sono stati regolati da normative regionali relative ai meccanismi di autorizzazione e di accreditamento. L’indagine dell’Istat riporta la prima valutazione effettuata attraverso una raccolta dati campionaria. Secondo questa stima sono tra 63.400 e 66.400 gli educatori e le educatrici presenti nell’anno educativo 2022/2023 in asili nido (0-2 anni) e sezioni primavera (2-3 anni), mentre tra 29.100 e 30.700 il personale non educativo, ad esempio cuochi o personale di segreteria. Dall’incrocio di queste grandezze si ricava che l’organizzazione dei servizi educativi per l’infanzia in Italia impiega attualmente un educatore ogni 5,2-5,4 posti autorizzati e una unità di personale non educativo ogni 11,1-11,7. Dai dati raccolti è possibile disaggregare le cifre per ripartizione territoriale e per titolarità dei servizi educativi. La quota maggiore di occupati si trova al Nord ed è in relazione col maggior numero di posti nei servizi all’infanzia e anche con la dimensione più ampia della popolazione residente e della forza lavoro occupata. Quanto invece al numero complessivo di educatori e di personale non educativo è ripartito equamente tra i servizi a titolarità pubblica e quelli a titolarità privata (in prevalenza non profit).
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