Partiamo da due cifre. La prima sono i 3,8 milioni di anziani non autosufficienti presenti in Italia (su 14,5 milioni di over 65). La seconda: zero. Ovvero la dotazione finanziaria della legge di riforma agli anziani non autosufficienti (legge 33 del 23 marzo 2023).
È vero che i decreti delegati – timeline del Pnrr alla mano – devono essere emanati dal Governo entro il prossimo gennaio, ma già con la Legge di Bilancio per il 2024, che dovrà essere approvata entro la fine dell’anno, il Governo sarà chiamato a decidere se e quante risorse economiche dedicare alla riforma, che al momento non ha finanziamenti. Anche da questo dipenderà la costruzione di un welfare all’altezza delle esigenze di anziani e famiglie o il fermarsi ad una lista di buone intenzioni. «Occorre, infatti, sia ampliare l’offerta sia innovarla sostanzialmente, come indicato nella legge delega: queste operazioni hanno un costo significativo. Gli studi esistenti, seppure non siano disponibili stime molto aggiornate, collocano il complessivo fabbisogno di risorse pubbliche aggiuntive tra i 5 e i 7 miliardi di euro annui», si specifica nella Guida alla legge delega redatta dal Patto per un nuovo Welfare sulla non autosufficienza.
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