Salute
INFLUENZA. Sacconi: Prenotate 48 milioni di dosi di vaccino
Ecco il testo del question time del ministro oggi alla Camera
di Redazione
Il Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi ha illustrato in un question time il 22 luglio alla Camera gli elementi in ordine alla reale diffusione del virus influenzale di tipo A (H1N1) in Italia e indirizzi di politica sanitaria al riguardo. Di seguito il resoconto dell’intervento del Ministro.
“Signor Presidente, preciso in primo luogo che in Italia le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di influenza del nuovo virus a 320 (in Europa i casi sono 17.181, di cui 10.169 nella sola Gran Bretagna) e solo 4 dei nostri casi non sono riferibili a viaggi in aree affette.
L’aumento dei casi in Italia è previsto, ma non desta particolare preoccupazione, sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera di quella determinata dal virus dell’influenza stagionale, sia perché è disponibile una rete di servizi di sanità pubblica in grado di condurre tempestive indagini sui casi sospetti e confermati e per la ricerca di contatti, nonché una rete di centri di riferimento di eccellenza per il ricovero, l’isolamento, ove necessario, e il trattamento delle persone affette.
È stata rafforzata la rete di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza (la rete Influnet) per permettere la raccolta di informazioni e campioni virali ai fini del tempestivo riconoscimento dei casi di influenza e per la conseguente adozione delle misure di sanità pubblica. Sono state allertate, attraverso le Regioni, le strutture di ricovero in generale e quelle specifiche per malattie infettive in particolare, per essere pronte a gestire i casi sospetti di influenza da nuovo virus, mediante idonee misure di contenimento, oltre che con misure di appropriato trattamento.
Gli Uffici di sanità marittima e aerea di frontiera sono stati allertati fin dal 25 aprile sulla necessità sia di applicare misure di sorveglianza straordinaria, sia di fornire informazioni ai viaggiatori internazionali diretti o provenienti dai Paesi interessati all’epidemia.
In data 11 maggio 2009, l’OMS ha dichiarato il passaggio dalla fase 5, prepandemica, alla fase 6, di allerta pandemica, anche se ha precisato che le azioni della fase 6 devono essere commisurate alla gravità della malattia, che, al momento, si presenta moderata. L’OMS, come peraltro nella altre fasi pandemiche, non ha raccomandato la chiusura delle frontiere e la restrizione di viaggi internazionali. Inoltre, non sono state raccomandate attività di screening dei viaggiatori in ingresso o in uscita, in quanto tali misure hanno uno scarso impatto sulla diffusione dell’infezione, ponendo, invece, maggiore attenzione sulla sorveglianza e corretta gestione dei casi.
Nella riunione dell’unità di crisi presieduta dal Viceministro Fazio, il 15 luglio scorso, è stato approvato un documento che definisce la strategia preventiva nazionale, in base al quale il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio sta predisponendo e procedendo all’acquisto di strumenti di prevenzione (vaccini, antivirali e dispositivi di protezione disinfettanti) in conformità alla valutazione tecnica dei bisogni.
La vaccinazione pandemica sarà offerta prioritariamente al personale sanitario, che dovrà assistere i malati, ed ai soggetti a rischio di complicanze per patologie, per un totale di 8,6 milioni di soggetti entro la fine del 2009. Poiché i bambini e i giovani sono maggiormente suscettibili di tale infezione, e quindi sono serbatoi di diffusione della stessa, si sta considerando di vaccinare dal gennaio 2010 anche tale fascia di popolazione, che va dai 2 ai 27 anni (15,4 milioni di soggetti).
Un ciclo vaccinale è costituito da due dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico, dalla fine di novembre a gennaio 2010, secondo la programmazione di produzione delle industrie farmaceutiche con le quali il nostro Paese ha stipulato contratti di prelazione dal 2005.
In merito a presunti dissensi tra gli organi di Governo ricordo che ciò che ha rappresentato il professor Fazio costituiva (a domanda insistita da parte della stampa sull’ipotesi di apertura posticipata delle scuole) soltanto il non rifiuto di una mera eventualità, allo stato però non sostenuta dai fatti, così come ci siamo pronunciati noi stessi direttamente. Quindi non vi è alcun dissenso.”
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