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Influenza A, picco a dicembre
Scuole aperte, vaccinazioni graduali, prevenzione, queste le prime misure del Governo
L’influenza A strappa il titolo di apertura al caso Boffo-Feltri in molti giornali italiani. Al centro dell’attenzione, infatti, le previsioni dell’Istituto superiore di sanità e le decisioni del governo, specialmente per scuole e vaccino.
- Oggi la rassegna stampa si occupa anche di:
- INFORMAZIONE E POLITICA
- IMMIGRAZIONE
- PROFUGHI
- ABRUZZO
- CARCERI
- SCUOLA
- SUD SUDAN
“Virus A, il picco a Natale” è il titolo del CORRIERE DELLA SERA, in occhiello: “In Italia previsti tre milioni di contagiati tra dicembre e gennaio. Durerà fino ad aprile”. Sommario: “Nelle scuole solo chiusure mirate. Gravissimo un malato a Napoli”. I servizi alle pagine 2 e 3. Un modello matematico dell’istituto superiore di sanità traccia la curva prevista della pandemia annunciata dall’Oms. Tranquillizza il viceministro della Salute, Ferruccio Fazio. Ma intanto l’unità di crisi si riunirà una volta alla settimana. Tra le priorità un piano di gestione dei casi gravi, con polmonite. Verranno censite le terapie intensive, si valuterà l’acquisto di apparecchiature per la ventilazione. Per quanto riguarda le vaccinazioni restano confermate le priorità. “A metà novembre, o prima, – scrive Margherita De Bac – profilassi gratuita per operatori di servizi pubblici essenziali e persone con patologie croniche gravi. A gennaio la popolazione fra 2 e 27 anni. Poi si potrebbe passare ai bambini da 6 mesi a 2 anni e agli adulti”.
Di cronaca un pezzo molto amaro di Marco Imarisio, inviato dal CORRIERE a Napoli: “Taccuini, cellulari, unità mobili dei tg, telecamere. Siamo tutti qui, nel cortile dell’ospedale Cotugno, a presidiare l’ingresso visitatori del reparto di rianimazione. Ad aspettare la morte annunciata di un povero disgraziato. Chiedendo notizie ad infermieri che giustamente ricambiano con sguardi di disprezzo”: E infatti D.G. non muore anche se è grave, anche se a un certo punto le agenzie battono la notizia della sua morte. L’attesa mediatica “che si compia un evento statistico. La prima vittima del virus A, la morte di un uomo”. Intanto si valuta la questione delle scuole. “Scuole, ipotesi chiusura con tre alunni malati. Lezioni a casa via web”, titola il CORRIERE a pagina 3. Escluse le chiusure preventive, a New York hanno visto che non funzionano, e che creano effetti collaterali peggiori. “Non ha raccolto consensi – spiega la De Bac – la proposta di allungare il periodo delle vacanze natalizie scaturita dal dato secondo cui il picco pandemico cadrà la metà di dicembre e le prime due settimane di gennaio”. La parola d’ordine dunque è prevenzione, ossia igiene delle mani e uso dei fazzoletti di carta, e tanta informazione per evitare panico e allarmismi.
LA STAMPA dà spazio all’INFLUENZA A in prima in taglio alto. “Per l’influenza A possibile la chiusura delle scuole a rischio” il titolo che introduce le due pagine (6-7) dedicate al tema. “Natale con l’influenza A” di Flavia Amabile sottolinea come il periodo critico, «quando da un milione e mezzo a tre milioni di persone si ammaleranno per circa 15 giorni», sarà compreso tra il 18 gennaio e il 18 dicembre. L altre indicazioni e decisioni per affrontare l’avanzata della malattia sono ancora in divenire. Si parla di un allungamento delle vacanze di Natale, ma il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini non sembra entusiasta dell’idea. “Febbre stagionale? 8 mila morti” di Marco Accossato invece mette sul tavolo il numero di decessi dovuti all’influenza tradizionale, che in italia nel periodo natalizio arrivano a circa ottomila. «Numero nettamente superiore non solo al bollettino europeo ma anche mondiale della “suina”» che ha fatto 2185 vittime fino ad oggi. In basso Egle Santolini intervista «il noto ipocondriaco» (come lui si definisce) Carlo Rossella che invita i giovani a non scambiarsi effusioni amorose oltre a consigliare la tecnica del kit d’emergenza.
“Virus A, picco a Natale. Rischio chiusura scuole”, titola in prima pagina REPUBBLICA (sotto il titolo di apertura che oggi è “Fini: ora basta killeraggi”). Sale la tensione. Scrive il quotidiano romano nel catenaccio di copertina: «La temibile influenza A comincia a correre anche in Italia. A Napoli e Monza ci sono due casi gravi. Il picco della pandemia nel nostro Paese sarà a Natale con oltre tre milioni e mezzo di italiani a letto. Si pensa di chiudere le scuole dove si manifesteranno contagi fra gli studenti…Molte squadre di calcio stanno pensando di vaccinare i propri giocatori. A ottobre è previsto un vertice europeo per arginare la corsa irrefrenabile del virus». I servizi alle pagine 10 e 11. «Rispetto alle simulazioni la diffusione del virus in Italia è in ritardo di un mese, i casi confermati sono 2.700, quelli clinicamente probabili 5.600». Il viceministro della Salute Ferruccio Fazio: «la sua evoluzione ci conferma che la pandemia non è grave». Sempre Fazio illustra il piano difensivo italiano: «Dal 15 novembre saranno vaccinate 8milioni e 600mila persone, ma potremmo anche anticipare». In piedi anche l’ipotesi di far slittare la vaccinazione relativa all’influenza annuale «per evitare sovrapposizioni». A partire dal 31 gennaio 2010 la seconda fase che riguarderà altri 16 milioni di italiani». REPUBBLICA negli altri due titoli sul tema dà conto dei due casi più gravi registrati in Italia (“A Napoli e Monza, due lottano per la vita”) e di come i cittadini stanno vivendo l’emergenza (“Calciatori, vigili urbani, tassisti così gli italiani si preparano al virus”). Carlo Tranquilli, direttore dell’istituto di medicina del Coni: «Bisogna vaccinare tutti gli azzurri delle squadre nazionali», intanto la Uil invita il ministro Sacconi a vaccinare tutti i detenuti e le persone che lavorano in ambito penitenziario.
Il SOLE24ORE fa un richiamo in prima pagina a un articolo di pagina 8 in cui si evidenzia il “piano Fazio” contro l’influenza A: scuole chiuse con tre casi di contagio conclamati. La prossima settimana è atteso un decalogo, definito con il ministro Gelmini, ma l’orientamento sembra essere questo. Parallelamente, va avanti il piano vaccini con le annunciate 4 milioni di dosi per coprire circa 8 milioni di cittadini tra operatori dei servizi e malati gravi; tuttavia, si sottolinea, gli effetti e l’efficacia dei vaccini sui soggetti più a rischio – giovani sotto i 18 anni e donne in gravidanza – non sono chiari e necessitano di ulteriori approfondimenti, chiesti dal ministero all’Istituto superiore di sanità. Di spalla, focus sulla possibilità – molto temuta – che il virus muti trasformandosi in un «super bug» molto più pericoloso. Un’ipotesi che secondo ricercatori USA sembra allontanarsi dopo esperimenti condotti in laboratorio.
IL GIORNALE dedica al tema un approfondimento a pagina 17 “Il piano del governo: così vinceremo l’influenza”. Una prima buona notizia, dalle parole del vice ministro alla Salute Ferruccio Fazio, «la pandemia si conferma non grave e dovrebbe essere debellata entro il 2020». Quella cattiva, «durante le vacanze di Natale si ammaleranno tre milioni e mezzo di persone». Fazio rassicura anche sulla paventata chiusura della scuole: «Solo dove e se sarà necessario». Per quanto riguarda il piano vaccini: entro ottobre saranno disponibili vaccinazioni gratuite per il 40% della popolazione, categorie a rischio e operatori dei servizi essenziali. Nel taglio basso della pagina, una sintesi dei casi italiani: grave un cinquantenne a Napoli, già affetto però da altre patologie.
«Nuova influenza, per 3 milioni un Natale a rischio»: è il titolo con cui AVVENIRE dà la notizia, in prima pagina, delle previsioni italiane per il contagio. “Avvenire” riporta gli annunci del sottosegretario Fazio, sottolineando che le scuole potrebbero essere chiuse in presenza di tre casi contemporanei di influenza A/H1N1, che la campagna di vaccinazioni potrebbe includere anche bambini sotto i due anni e donne incinte (per entrambe le categorie è stato chiesto all’Iss un surplus di verifiche), che i primi ad essere vaccinati saranno 230mila tra militari, carabinieri e forze dell’ordine, medici e operatori dei servizi essenziali, mentre i sindacati delle guardie penitenziarie chiedono guanti e mascherine e la Nazionale di calcio chiede di essere vaccinata. La corsa al Tamiflu, dice Fazio, non serve: «Non è una malattia grave, abbiamo identificato le problematiche e le gestiremo».
E inoltre sui giornali di oggi:
INFORMAZIONE E POLITICA
LA STAMPA – Alla querelle Giornale – Avvenire è dedicato il titolo d’apertura “Fini: basta con la barbarie”. Ieri è stata una giornata convulsa, tra l’affondo del Vaticano che ha accusato Feltri di creare solo caos e le dichiarazioni del presidente della Camera che ha intimato di «fermare questa barbarie», si è inserita una nuova querela del premier Silvio Berlusconi nei confronti questa volta dell’Unità, colpevole di aver insinuato problemi di erezione.
IL MANIFESTO – L’apertura è occupata da una vignetta di Vauro che a tutta pagina mostra un omino di spalle con i calzoni calati che dice: «Silvio denuncia pure questo!», titolo della vignetta: “La Repubblica, l’Unità, la Littizzetto….”. Nel sommario che richiama le tre pagine interne dedicate al tema si legge «Fuoco milionario contro l’Unità. L’utilizzatore finale delle escort chiede il risarcimento danni anche al giornale del Pd. Le schegge impazzite del berlusconismo fanno scattare l’allarme: Fini invoca la tregue del killeraggio mentre il Vaticano accusa il Giornale di famiglia di creare il caos nel paese. Il 19 settembre, a Roma, manifestazione per la libertà di stampa». Al tema è dedicato anche l’editoriale a firma Ida Dominijanni “L’onore ferito”. «(…) Sono tutte donne le colleghe e amiche dell’Unità citate per danni dal presidente del consiglio per “lesa dignità”. È un caso e non lo è. Perché fin dall’inizio dell’affaire che lo sta coprendo di ridicolo, in Italia e nel mondo, sono soprattutto donne, a partire da Veronica Lario, quelle che si sono prese la libertà di dire “vedo” di fronte al poker delle sue performance da “vero uomo”. Vedo e non credo. (…) La libertà di stampa brucia. Se è libertà femminile brucia doppio, perché per un vero uomo è doppiamente insopportabile (…)».
IL GIORNALE – “Ecco le accuse di Berlusconi ai giornali, dopo Repubblica il premier chiede i danni all’Unità” è l’apertura di oggi del Giornale, che alle pagg. 2 e 3 pubblica gli atti depositati in Tribunale. Del tema si occupa lo stesso Feltri nell’editoriale: «Non è elegante che la politica si accanisca sui detrattori colpendoli al portafogli. Ma siamo sicuri che ultimamente stampa e tv non abbiano oltrepassato i limiti oltre i quali si scade nella diffamazione?». A pagina 4, un’accusa al doppiopesismo dell’opposizione “La querela è tabù se non sei di sinistra”, riportando ad esempio «la cappa di silenzio quando Prodi ci denunciò». Il Giornale dedica pagina 5 all’intervento di Fini per fermare il gossip, facendo così «un assist alla sinistra». A pagina 7 la «vera storia» del direttore di Avvenire ricostruita da Panorama, e una provocazione di Renato Farina “Il mandante sono io, promosso a spia del Vaticano”, con riferimento alle allusioni del Riformista. A pagina 9 un articolo a firma di Marcello Veneziani “Se fossi Papa direi ai miei: basta ipocrisia sul sesso”. La sua tesi: «Nessuno può negare che da secoli la Chiesa tolleri scandali a luci rosse».
IMMIGRAZIONE
SOLE24ORE – Interessante intervento intitolato “Una risorsa chiamata immigrati” a firma di Giuliano Cazzola, onorevole pdl oltre che economista, sulla questione lavoro e immigrazione. Interessante perché fuori dal coro del suo schieramento: scrive infatti Cazzola che «gli stranieri sono una parte strutturale dell’economia e non sottraggono lavoro agli italiani», quindi «l’immigrazione non solo è una necessità ma anche una importante risorsa» per l’economia e la popolazione, visto che rallenta l’invecchiamento dei nostri paesi e contribuisce non di poco al gettito contributivo/pensionistico: secondo dati Inps nel 2007 gli stranieri hanno versato il 4% di tutti i contributi italiani. Quanto al gettito fiscale, calcola Cazzola, siamo a 3,1 miliardi sempre nel 2007, mentre l’imponibile è in continuo aumento.
PROFUGHI
CORRIERE DELLA SERA – Due pagine, 4 e 5, dedicate alla polemica fra Unione Europea e Berlusconi sul tema dell’asilo politico. Le norme italiane sui respingimenti infatti hanno portato Bruxelles a chiedere chiarimenti al governo italiano, che aveva due mesi di tempo per rispondere (tempo che sta scadendo in questi giorni), rispetto al rischio di “persecuzioni e maltrattamenti nella terra d’origine”. Dopo l’irritazione di Berlusconi contro le dichiarazioni dei portavoce della Commissione, la novità è rappresentata da un piano pilota per il diritto d’asilo, che distribuirebbe i rifugiati in tutta Europa. Comunque al momento l’Italia e in coda alla classifica dell’accoglimento delle richieste di asilo politico.
AVVENIRE – Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione europea, ha annunciato ieri che l’Unione europea intende varare per il 2010 un piano europeo per l’asilo politico, prevedendo anche finanziamenti dedicati e la ripartizione del carico di richiedenti asilo tra tutti i paesi europei, in maniera solidale. Barrot è in partenza per Libia e Turchia, per verificare l’ipotesi di aprire lì – in collaborazione con l’Onu – uffici che vaglino in loco le domande di asilo.
ABRUZZO
REPUBBLICA – “La tendopoli chiude, l’ira degli sfollati”. All’Aquila al via lo smantellamento di piazza d’armi , ma nessuno sa ancora dove andrà. Dice uno sfollato: «Ci faranno entrare a forza nelle nostre case anche se ancora le scosse non si sono fermate. Dopo cinque mesi di tenda dovremmo finire nelle camerate di una caserma?». Risponde Bertolaso: «I 18mila aquilani che hanno avuto la casa inagibile saranno sistemati nelle nuove case antisismiche mentre il resto degli sfollati – le cui abitazioni richiedono interventi minori – sarà ospitato nei residence, negli alberghi e anche negli alloggi della Guardia di Finanza». REPUBBLICA, come già anticipato da Vita magazine, dedica un pezzo al libro del giornalista del Centro Giustino Parisse: “Cronache dentro il terremoto”.
CARCERI
ITALIA OGGI – Il quotidiano dei professionisti dedica un approfondimento all’iniziativa presa da un centinaio di detenuti che si sono rivolti agli uffici del Difensore Civico dei detenuti dell’ associazione Antigone con l’intenzione di ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per le condizioni di sovraffollamento in cui l’Italia li costringe a vivere. Secondo il pezzo “Carceri piene, ricorsi a raffica”, che ITALIA OGGI pubblica nella sezione La Legge e la Giustizia, la svolta dei ricorsi è stata determinata in seguito a quello che è successo al detenuto bosniaco Izet Sulejmanovic che tra il 2002 e il 2003 ha condiviso per circa 5 mesi una cella i 16,2 metri quadri con altre 5 persone nel carcere di Rebibbia. L’Italia fu condannata a risarcire moralmente il signor Sulejmanovic versandogli 1000 euro. Le modalità per far ricorso da parte dei detenuti, i numeri delle carceri italiane, gli istituti interessati dai ricorsi e la cronaca di alcuni casi mettono in risalto il lavoro dell’associazione Antigone e la piaga del sovraffollamento da record che affligge il sistema degli istituti italiani.
IL GIORNALE – “Dieci braccialetti ci costano undici milioni”, è il titolo che Il Giornale dedica ala vicenda dei braccialetti elettronici per detenuti, che «dovevano risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, invece si sono rivelati un flop». Sotto accusa il governo Amato e l’allora ministro dell’Interno Bianco, che firmarono un’esclusiva di dieci anni con Telecom, «che ancora oggi costa ai contribuenti italiani la bellezza di 11 milioni di euro all’anno». Segue un approfondimento sui costi di gestione dei penitenziari: “In carcere, ma con tariffe da hotel a cinque stelle”, un detenuto costerebbe al contribuente 400 euro al giorno.
SCUOLA
IL MANIFESTO – “La scuola è precaria, le piazze si riempiono”, è il titolo principale della pagina dedicata ai problemi legati all’imminente ripresa scolastica. Il tema è richiamato anche in prima pagina. Nell’articolo si parla delle proteste che si stanno moltiplicando: precari che si incatenano a Milano, sciopero della fame a Palermo, protesta sui tetti a Benevento. «A macchia di leopardo, ma con la velocità di una pandemia. La protesta dei precari della scuola – docenti e personale tecnico – contro i tagli di cattedre e posti decisi dal governo sta montando con il passare dei giorni e le prime verifiche (…)» si legge nell’articolo di Francesco Piccioni. Nel resto della pagina si prospetta anche una mobilitazione nazionale, mentre un articolo osserva come «la Cisl cerca la mediazione con il governo», i Cobas vanno oggi davanti al ministero e la Cgil vorrebbe muoversi entro ottobre.
SUD SUDAN
AVVENIRE – Il giornale della Cei apre sul dramma del Sud Darfur, che rischia il collasso in vista delle elezioni del 2010. Da mesi si sono riaperte le tensioni tribali e di clan, e da inizio anno si contano 1200 vittime (200 solo in agosto, contro la “norma” di 20 all’anno) e 250mila sfollati. Il coordinatore della missione Onu in Suda, David Gressly, ha lanciato l’allarme: «Se le violenze continueranno sarà molto difficile organizzare il voto». Il sospetto dunque è che una parte delle violenze interclaniche siano organizzate dal governo centrale di Khartoum proprio per ragioni politiche e per non perdere il controllo del petrolio del Sud Sudan.
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