Volontariato

Inflazione: prezzi stabili per tutta l’estate

Gli aumenti sono però previsti al termine della stagione, in concomitanza con i rialzi delle materie prime.

di Selena Delfino

L’estate 2004 si annuncia all’insegna della stabilità per l’inflazione. I problemi si potranno presentare al termine della stagione quando i rialzi del petrolio e delle altre materie prime, che in questa fase stanno sollecitando i prezzi alla produzione, potrebbero cominciare a scaricarsi sui prezzi al consumo. E’ quanto emerge dall’ultima riunione del tavolo dell’Osservatorio ‘Prezzi e mercati’ di Indis-Unioncamere. Nella prima parte del 2004 l’inflazione è rimasta ancorata al 2,3%. Gli ultimi mesi hanno però visto un’importante passaggio di testimone: si stemperano le tensioni sui prezzi dei generi alimentari ma si riaccendono quelle sui servizi, in particolare di trasporto. Nell’ultimo anno, infatti, i viaggi aerei nazionali ed europei sono aumentati del 20% e i prezzi dell’ortofrutta rimangono ancora più alti dell’8% rispetto a dodici mesi fa. In particolare, rileva l’Osservatorio Indis-Unioncamere, è proseguito il rientro dell’inflazione sui prezzi dei prodotti non alimentari, favorito peraltro dall’assenza di rilevanti segnali di accelerazione della domanda interna. Continuano a scendere anche i prezzi dei prodotti dell’elettronica di largo consumo (cellulari, personal computer e accessori per cellulari). La fase non florida della domanda e la competizione delle produzioni extra-europee hanno favorito altresì il rallentamento dei prezzi dell’abbigliamento, delle calzature e delle autovetture. Le rilevazioni sui prezzi pagati dalla Distribuzione Organizzata raccolte presso l’Osservatorio ‘Prezzi e Mercati’ confermano un andamento moderato dei prezzi alla produzione dei generi alimentari, rincarati negli ultimi dodici mesi del 2%. Se questo è il dato per la media dei 39 prodotti del paniere a livello di filiera i prezzi sembrano muoversi in direzioni molto diverse: a rincari inferiori al 2% per ‘Latte e derivati’, ‘Insaccati’, ‘Scatolame’ e ‘Bevande’ si contrappongono aumenti tra il 4 ed il 6% dei ‘Derivati dei cereali’ e delle ‘Carni’ e dell’8% per ‘Oli e grassi’. La ripresa del commercio mondiale registrata nei mesi scorsi ha lasciato segni profondi sui prezzi delle materie prime; la forte ascesa dei corsi del greggio ne è la piu’ chiara dimostrazione. Ad oggi i prezzi al consumo non hanno risentito di questi rincari, ma non si esclude che ciò possa accedere. L’aumento dei carburanti sta arrivando, quello sulle tariffe energetiche arriverà a partire dall’estate e si farà sentire sulle bollette delle famiglie soprattutto il prossimo inverno. Nei prezzi alla produzione del resto si può osservare già un cambiamento di intonazione: a maggio l’inflazione alla produzione dovrebbe essere tornata sopra al 2% e prima di fine anno accelerare sopra al 3%. Al consumo, escludendo i prezzi dell’ortofrutta, l’inflazione alimentare viaggia su livelli analoghi a quelli alla produzione. Inoltre, il recente rallentamento dei prezzi registrato alle prime fasi della catena distributiva potrà nei prossimi mesi favorire una ulteriore discesa al consumo. Ad oggi, tuttavia, circa un terzo dell’inflazione alimentare al consumo è dovuta ai rincari del fresco ortofrutticolo, aumentato negli ultimi dodici mesi dell’8%. Tra gli alimentari confezionati in testa alla graduatoria dei rincari ci sono numerosi prodotti di uso quotidiano come il pane comune, rincarato del 4%, gli oli d’oliva, più cari del 5% e i pomodori pelati, aumentati del 7%. Tra le carni, quelle bovine rincarano del 2/3% (ma alla produzione i prezzi del bovino adulto sono scesi del 9%) e quelle di pollo e tacchino del 4-6%.


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