Formazione

Infermieri: il decreto legge viene bocciato anche dai sindacati

Cgil, Cisl e Uil, insieme alle associazioni di categoria, hanno definito "non condivisibile" il testo del provvedimento predisposto dal governo per fronteggiare l'emergenza

di Benedetta Verrini

Dopo la bocciatura della Conferenza Stato-Regioni, si profilano altri problemi per il decreto legge che doveva fronteggiare l’emergenza infermieri: i sindacati e le associazioni professionali di categoria hanno criticato in vari punti il dispositivo e fanno sapere che se non verranno accolte le loro richieste ”si attiveranno per promuovere iniziative di lotta”.
Le segreterie nazionali Fp Cgil, Cisl Fps, Uil Fpl, insieme alle associazioni professionalii chiedono ai gruppi parlamentari di Camera e Senato e ai presidenti delle Commissioni Parlamentari un ”deciso intervento’ sul decreto legge in questione (402/2001) che, nella sua stesura attuale, ”non e’ condivisibile”.
In particolare se ne chiede una sostanziale modifica nei punti riguardanti la ”riammissione del personale in servizio, i contratti a tempo determinato, le prestazioni aggiuntive, in quanto materie gia’ normate nel contratto nazionale di lavoro. Quanto alla formazione, e’ stata gia’ istituita la figura dell’operatore socio sanitario che avra’ compiti di supporto in tutte le attivita’ sanitarie. Infine rispetto al riconoscimento dei titoli pregressi posseduti da tutti gli operatori della sanita’ (riconosciuti dalla legge 251/2000) si chiede che l’equipollenza per proseguire il percorso universitario sia garantita a tutti e non esclusivamente agli infermieri professionali. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è stato sollevato anche dalle Regioni, che in una riunione della scorsa settimana hanno rimandato il testo del provvedimento al governo con altre osservazioni.
Le OO.SS. e le Federazioni dei Collegi ed Associazioni professionali ”in caso di mancato accoglimento di tali richieste, si attiveranno per promuovere iniziative di lotta a tutela dei diritti dei professionisti sanitari, del pieno rispetto del contratto di lavoro e per la difesa dei livelli di qualita’ del Servizio Sanitario Nazionale. Il testo del provvedimento dovrebbe essere vagliato dal Consiglio dei ministri nuovamente questa settimana.

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