Volontariato

Infanzia: serve un ministero unico?

Lo chiede Francesco Billari sul Sole 24 Ore di oggi. Ma Anna Maria Bertazzoni (Istituto Innocenti) non è d'accordo

di Sara De Carli

I bambini sono i grandi assenti dalla scena, scrive Francesco Billari (docente di demografia alla Bocconi) oggi sul Sole 24 Ore. Al massimo si parla di figli, o meglio, di costo dei figli. Si dimentica che i bambini sono innanzitutto un investimento.
Ecco allora che servono – finalemente – politiche child-oriented, che mettano il bambino al centro di qualsiasi dibattito politico, economico e sociale, che ne facciano l’indicatore per tutte le valutazioni: del benssere, della sicurezza, dei servizi.

“Le eguali opportunità si disperdono nei primi anni di vita, prima ancoa che inizi la scuola”, dice Billari. Citando studi che mostrano come le differenze nei test cognitivi siano più basse e i risultati scolastici meno legati allo status della famiglia di origine in quei paesi che adottano politiche child oriented.

Billari poi critica la dispersione delle competenze tra i ministeri, senzaz averne nessuno che si occpua esplicitamente di bambini (come in Gran Bretagna il ministero per bambini, scuole e famiglie”. Un parametro non corretto secondo Anna Maria Bertazzoni, direttrice Generale dell’Istituto Innocenti che all’Asca dice: ”avere un unico ministero ad occuparsi di bambini, come pure propone il Sole 24 Ore non credo rappresenti la soluzione di tutti i loro problemi sociali. L’Inghilterra, ad esempio, che ha un ministero unico per famiglia e bambini, emerge come uno degli ultimi Paesi dell’Unione come qualita’ e condizioni di vita dell’infanzia”. Credo che a settembre-ottobre avremo un nuovo Piano per l’infanzia e l’adolescenza e spero – conclude Bertazzoni – che non si perda l’occasione per un’azione decisa d’indirizzo”.

Anche Paolo Onelli, capo dipartimento del ministero della Famiglia, raggiunto dall’Asca respinge al mittente le accuse di Billari. “i finanziamenti per le politiche di settore negli ultimi anni non hanno avuto alcuna flessione nelle risorse trasferite a Regioni ed Enti locali dal budget della Solidarieta’ sociale e che sono quasi tutte nel capitolo della legge 285/97 sull’infanzia”. Confluendo nel fondo indistinto per le politiche sociali ”e’ possibile che alcune Regioni vi abbiano destinato cifre inferiori a quelle previste, ma non e’ stata un’iniziativa ‘centrale”. Altri tre assi d’intervento hanno conosciuto ulteriori potenziamenti a livello economico: ”il capitolo servizi per la prima infanzia, per i quali sono stati previsti 350 milioni netti e incrementali nei prossimi tra anni, cifra che, probabilmente, salira’ con la Finanziaria 2008”. Vero è che lo ‘spacchettamento’ dei ministeri ha causato qualche problema: ”e’ complicato – secondo Onelli – gestire, ad esempo, in due dicasteri l’Osservatorio nazionale e puo’ ingenerare dall’esterno qualche condivisibile perplessita”’. Avere una gestione unitaria, come c’e’ stata due legislature fa, ricorda Onelli ”sicuramente era piu’ agile, ma e’ anche un po’ troppo presto per fasciarsi la testa”.


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