Sostenibilità

Industrie inquinanti?I cinesi non ci stanno

Greenfiles

di Angelo Ferrari

Le aziende cinesi sono impegnate a migliorare gli standard ambientali e il 13% di queste chiede normative più stringenti. Lo ha verificato il WWF con l?indagine Aziende cinesi nel ventunesimo secolo: la fortuna o la distruzione del pianeta. Tutte le aziende interpellate hanno sottolineato l?importanza della protezione dell?ambiente e più della metà ha aggiunto di considerare la sostenibilità ambientale uno dei valori fondanti dell?azienda. Secondo il WWF si tratta di risultati inaspettati, considerando le preoccupazioni di carattere ambientale associate alla rapida crescita economica della Cina. I parametri presi in considerazione nella ricerca riguardano la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e l?utilizzo di tecnologie ad efficienza energetica. Le compagnie oggetto dell?indagine rappresentano alcuni dei più grandi colossi cinesi nel settore dell?energia e della finanza: China National Petroleum Corporation, Banca di Shanghai, Shanghai Automotive Company, Haier, Lenovo, China Telecom e China Mobile sono soltanto alcuni esempi. Collega mi senti? Collega… In Europa un lavoratore su tre è sottoposto a livelli di rumore elevati per oltre un quarto della sua giornata lavorativa, mentre sono 40 milioni (come l?intera popolazione della Spagna) coloro che devono alzare la voce per riuscire a farsi sentire dai propri colleghi. Se i casi di danni fisici all?apparato uditivo sembrano in calo, cresce la consapevolezza dei problemi nervosi e psicologici causati dal lavoro in un ambiente troppo rumoroso, in particolare per alcune categorie, come i lavoratori dei call-center o degli insegnanti se la vedono con classi di bambini che strillano come aquile. A rischio innanzitutto l?udito: anche se le statistiche mostrano un calo delle denunce, «la perdita dell?udito resta il danno fisico maggiormente diffuso connesso al lavoro presso aziende», avverte l?Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro. «Il rumore rappresenta ancora una minaccia grave, ma spesso sottovalutata, per milioni di lavoratori europei». Nel 1999, per industria e servizi, i casi di denunce di perdita d?udito per cause legate al lavoro erano state 12mila, nel 2003 invece 4.400. Blue jeans al triptofano Vengono prodotti da un batterio i primi pigmenti compatibili con l?ambiente utilizzati per tingere le tele con cui confezionare i jeans. Dopo che per decenni sono stati utilizzati prodotti di sintesi, la nuova tecnica è stata messa a punto da un gruppo di genetisti dell?università californiana di Palo Alto. Il procedimento, rende noto il notiziario online dell?Assobiotec, si basa sull?utilizzo di una forma geneticamente modificata del batterio Escherichia coli, un batterio molto comune che produce naturalmente il triptofano, una molecola dalla struttura molto simile a quella della sostanza utilizzata nelle tinture. È stato così possibile ottenere in laboratorio la colorazione indaco tipica dei blue jeans senza rilasciare inquinanti o sostanze tossiche nocive per la salute e l?ambiente. Secondo il coordinatore della ricerca, Walter Weyler, la tecnica è importante soprattutto perché si basa su un elemento ben tollerato dall?organismo umano e che può essere facilmente elaborato per ottenere sfumature di colore diverse e che potrebbe diventare la base per la messa a punto di nuovi processi industriali a impatto zero.


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