Cultura

Industria farmaceutica, 2000 anno record

Crescono fatturato, investimenti e occupazione. Ma anche il prezzo dei farmaci...

di Gabriella Meroni

Gode di buona salute l’industria farmaceutica in Italia. Il 2000 e’ stato di segno positivo per i fatturati, cresciuti del 5% rispetto al ’99, gli investimenti in ricerca (a +12,31%), e l’occupazione (+3,7%). A stilare il bilancio e’ la Farmindustria che riferisce, dati alla mano, tutti i ‘numeri’ del 2000: Fatturati: La produzione industriale nel complesso del settore farmaceutico (specialita’ medicinali piu’ sostanze di base) e’ ammontata a circa 28.402 miliardi contro i 26.167 del ’99. Nonostante l’incremento, l’Italia scivola dal quinto al sesto posto nella classifica del mercato farmaceutico mondiale, scavalcata per soli 169 milioni di dollari dalla Gran Bretagna. A beneficiare della ripresa non e’ pero’ l’intero settore. Il 39,6% delle imprese, quasi tutte di piccole dimensioni, ha infatti registrato una riduzione assoluta del fatturato. In ogni caso, la dinamica del 2000 non modifica il quadro dell’evoluzione nel medio periodo. Dal 1989 al 2000 in Italia il fatturato e’ infatti aumentato in termini reali (al netto dell’inflazione) del 21,5%, molto meno che in tutti gli altri principali Paesi Ocse (Francia + 45,7%; Germania +25,2%; Regno Unito +77,9%; Spagna +73%; Usa +139,7%, Giappone +37,9%). Ricerca: Anche se la spesa per la ricerca negli ultimi due anni ha fatto un notevole balzo in avanti (nel 2000 +12,31%, +11,54% nel ’99), rispetto ai paesi europei l’Italia occupa uno degli ultimi posti in classifica. E se nel 2000 gli investimenti per R&S nel nostro paese sono ammontati a 1.784 mld di lire, in Francia hanno superato i 5.310 mld di lire, in Germania 5.790 mld, nel Regno Unito 7.945 mld, fino ad arrivare a 13.430 mld in Giappone e a 47.233 mld di lire negli Usa. L’incidenza della spesa di ricerca farmaceutica sul fatturato interno e sul fatturato globale (interno+esportazione) resta in Italia piu’ bassa che negli altri paesi avanzati. In particolare, l’incidenza della spesa di ricerca sul fatturato globale e’ del 6,22% nel nostro paese contro l’11,86% nell’Ue. In rapporto al Pil, la percentuale della spesa per R&S nel nostro paese e’ stata dello 0,079%, meno della meta’ di quella che si registra nella media Ue (0,177%), mentre in Usa ha raggiunto lo 0,225% e in Giappone lo 0,134%. La percentuale degli addetti alla ricerca sul totale degli occupati farmaceutici resta piu’ bassa nell’industria italiana (6,20%) rispetto alle quella di altri paesi (Ue 15,92%, Giappone 18,24%, Usa, 19,16%). Nella classifica dell’Ocse, l’Italia, per numero di addetti alla R&S, occupa l’ottavo posto (Italia 4.500, Svezia 5.100, Svizzera 9.000, Germania 14.300, Francia 15.050, Regno Unito 20.900, Giappone 38.220, Usa 51.153). Spesa farmaceutica: Nel 2000 La spesa farmaceutica complessiva (prodotti rimborsabili e non) e’ stata di 29.536 mld di lire, con un incremento del 9,30% rispetto al ’99 (27.023 mld). Nonostante l’aumento, l’incidenza della spesa farmaceutica complessiva sul Pil (1,31%) resta nettamente inferiore a quella che si registrava all’inizio degli anni ’90 (1,44%) e a quella di quasi tutti gli altri principali paesi industrializzati: Francia 1,73%, Germania 1,43%, Regno Unito 1,20%. Anche i confronti internazionali smentiscono una lettura del dato italiano in termini di ”consumismo farmaceutico”. Ogni italiano ha speso nel 2000, per farmaci rimborsabili e non, 512.066 lire, contro le 776.062 lire dei francesi, 685.425 lire dei tedeschi, 600.723 lire degli inglesi, oltre 1 milione e 878 mila lire degli americani e oltre 1 milione e 707 mila dei giapponesi. Unico paese con spesa pro-capite inferiore all’Italia e’ la Spagna, con 469.938 lire (che ha pero’ un’incidenza della spesa sul Pil nettamente superiore alla nostra (1,58% contro l’1,31%). Prezzi: Il prezzo dei farmaci nel 2000 e’ aumentato del 2,66% rispetto al ’99. L’incremento e’ dovuto, per i farmaci rimborsabili, da un lato al ‘trascinamento’, nei primi sei mesi e mezzo dell’anno, degli effetti della seconda tranche di riallineamento al Prezzo Medio Europeo (Pme) scattata il 15 luglio ’99. Dall’altro all’applicazione, nel luglio 2000, della terza tranche di riallineamento al Pme, alla riduzione del 5% dei prezzi dei farmaci non coperti da brevetto, decorsa dal 31 gennaio 2000 e alla normale evoluzione dei prezzi dei prodotti di fascia C, aumentati di circa il 3% fra dicembre ’99 e dicembre 2000. L’incremento dei prezzi del 2,66%, secondo l’Istat, e’ risultato, nel 2000, di poco superiore al tasso di inflazione (+2,55%) e alla variazione del costo del lavoro nel settore farmaceutico ma inferiore alla variazione dei prezzi delle materie prime farmaceutiche (+3,63%).


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