Welfare

Indulto: via libera alla Camera

I voti a favore sono stati 460, quelli contrari 94, 18 gli astenuti.

di Redazione

La Camera ha approvato l’indulto. I voti a favore sono stati 460, quelli contrari 94, 18 gli astenuti. La maggioranza richiesta era di 420 voti. Il provvedimento ora passa al Senato. ‘E’ stato raggiunto il quorum con un ampio margine su una misura di carattere umanitario che secondo me era giusta. io sono sempre stato infatti favorevole all’indulto”, ha detto il vicepremier Massimo D’Alema. Alla domanda di un cronista su come considera la posizione del ministro Di Pietro, che ha sempre dato battaglia sull’indulto, D’Alema ha risposto:”Ognuno e’ libero di esprimere le proprie opinioni, comunque e’ una questione che non riguarda ne’ la maggioranza ne’ il governo”. Critico il segretario generale di Magistratura Democratica (Md), Ignazio Juan Patrone: ”La clemenza dovrebbe ”essere mirata alle persone che stanno realmente in carcere a causa della dissennata politica repressiva portata avanti durante la passata legislatura e non diventare l’ennesimo colpo di spugna per reati economico-finanziari di estrema gravita’, alcuni dei quali ancora in corso di accertamento, che gia’ sono stati trasformati dal legislatore in poco piu’ che bagattelle pur avendo provocato decine di migliaia di vittime e danni incalcolabili”, ha dichiarato. ”Il provvedimento di indulto all’esame del Parlamento, pur se motivato da esigenze umanitarie serie e reali, e’ formulato in modo tale da non potersi sottrarre alla critica piu’ stringente: tra le esclusioni oggettive non sono compresi, come gia’ denunciato dalla Cgil, i reati relativi alla sicurezza della vita umana e della salute sui luoghi di lavoro, ne’ quei reati, come l’usura, da sempre collegati alle associazioni criminali, ne’ le violazioni tributarie o i piu’ gravi delitti contro la Pubblica Amministrazione e l’economia, e non viene prevista quella condizione del risarcimento del danno e della restituzione del maltolto che avrebbe almeno garantito un minimo ristoro delle ragioni delle parti offese”.


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