Welfare

Indulto: ridotto da tre a due anni in Comissione

La commissione Giustizia della ha votato all'unanimità (con i voti contrari di Cento (Verdi), Buemi (Sdi) e Pisapia (Prc)) l'indultino che riduce da 3 a 2 gli anni di pena condonati

di Redazione

La commissione Giustizia della Camera ha votato oggi gli emendamenti al primo articolo del testo messo a punto dal relatore Nino Mormino (FI). E all’unanimita’ (con i soli voti contrari di Paolo Cento (Verdi), Enrico Buemi (Sdi) e Giuliano Pisapia (Prc)) e’ stato approvato quello che di fatto riduce da tre a due gli anni di pena ‘condonabili’. Un emendamento presentato da Giovanni Kessler (Ds), Giuseppe Fanfani e Pierluigi Mantini (Margherita) e da Guido Rossi e Carolina Lussana (Lega). ”Mi sembra giusto – dichiara il deputato di FI Niccolo’ Ghedini – visto che quasi tutti gli indulti approvati sinora dal Parlamento repubblicano riguardavano gli ultimi due anni della condanna”. E soddisfatta e’ anche la responsabile Giustizia dei Ds Anna Finocchiaro che sottolinea l’importanza del dato politico: ”per la prima volta dall’inizio dei lavori su questo provvedimento maggioranza e opposizione votano insieme”. La parlamentare, che punta molto sull’approvazione dell’ indulto (”Io questo provvedimento lo voglio portare a casa a tutti i costi!”), spiega pero’ che ”c’e’ anche chi, nonostante i risultati positivi raggiunti oggi, continua a remare contro”. ”E’ vero – le fa eco un altro esponente della Quercia Giovanni Kessler – c’e’ qualcuno che sta facendo di tutto perche’ questo provvedimento non arrivi in porto preferendo ottenere il ‘si’ all’indultino, un testo che in qualsiasi momento potrebbe essere accusato di incostituzionalita’ e che dovrebbe essere approvato comunque con la maggioranza dei due terzi e non con quella semplice”. Nomi non ne fanno, ma i piu’ maligni insinuano che si tratterebbe, tra gli altri, del responsabile Giustizia dello Sdi Enrico Buemi, che oggi ha fatto propri e ripresentato gli emendamenti sull’ amnistia che Prc e Verdi avevano ritirato per accelerare i tempi del dibattito in commissione. Del resto lui stesso non fa mistero di preferire l’ indultino: ”E’ e resta la strada migliore…”. Il primo articolo insomma, dopo la votazione degli emendamenti, prevede che l’indulto sia concesso nella misura non superiore a due anni per le pene detentive e non superiore a 10mila euro per le pene pecuniarie (questa parte potrebbe essere eliminata in Aula visto che molti deputati anche dei Ds annunciano di voler presentare emendamenti per evitare che l’ indulto venga esteso anche alle pene pecuniarie). E stabilisce che non possa essere concesso ai recidivi, ai delinquenti abituali e a quelli professionali. Il dibattito per ora si e’ fermato sugli emendamenti all’ articolo due del testo. ”Una questione delicata – spiega Giuliano Pisapia (Prc) – che riguarda la possibilita’ di estendere l’indulto anche alle pene accessorie. Se ne sta discutendo e probabilmente i lavori in commissione domani ripartiranno da qui”. Ma all’ordine del giorno di domani ci sono anche le esclusioni oggettive: quei reati cioe’ per i quali non potra’ mai essere concesso l’indulto. Nel testo del relatore si parla di devastazione, saccheggio e strage; associazione di tipo mafioso; sequestro di persona a scopo di estorsione; riciclaggio; spaccio aggravato di stupefacenti e reati associativi. Ma c’e’ anche un emendamento della Lega che prevede di escludere dal provvedimento di clemenza ben 51 fattispecie di reato. In commissione si sarebbe raggiunto anche un accordo di massima (da formalizzare con l’approvazione del relativo emendamento) per stabilire un’altra restrizione all’indulto: il condannato per beneficiarne dovrebbe avere gia’ scontato almeno un quarto della pena. I Ds in realta’ avevano presentato una modifica al testo che parlava di meta’ della pena. ”Ma poi – spiega ancora Kessler – abbassando da tre a due gli anni condonabili abbiamo dovuto abbassare anche questo periodo”.


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