Welfare

Indulto: le associazioni discutono

Dopo la proposta di amnistia del minsitro Castelli, le reazioni di Antigone e Cittadinanzattiva

di Riccardo Bonacina

L’indulto deve valere per tutti i detenuti ”a prescindere dalla durata della carcerazione”. E soprattutto dev’ essere accompagnato da un provvedimento di amnistia, pena il suo fallimento. A sostenerlo e’ Antigone, l’ associazione che si batte per i diritti dei detenuti, che, in un documento inviato ai componenti della Commissione Giustizia della Camera, boccia percio’ sia il testo unificato sull’ indulto sia il cosidetto indultino. ”Amnistia e indulto sono fra loro intimamente correlate. L’ indulto funziona se c’ e’ contestualmente un provvedimento di amnistia” sostiene l’associazione, che e’ convinta che ”oggi in via straordinaria bisogna intervenire sia sul sovraffollamento carcerario sia sul sovraffollamento giudiziario” . Altrimenti, se si ricorresse al solo indulto, ”una persona condannata a meno di tre anni di carcere per un fatto compiuto prima del 30 giugno 2001, il cui processo non si e’ ancora concluso alla data di entrata in vigore della legge, non scontera’ la pena detentiva, ma subira’ comunque un inutile processo che si svolgera’ altrettanto inutilmente in quanto la pena andra’ estinta”. Invece ”con l’amnistia decine di migliaia di cause pendenti per piccoli reati potrebbero estinguersi consentendo alle procure e ai tribunali di concentrarsi su questioni di maggiore spessore criminale”. Quanto all’ indulto, ”la riduzione di parte di pena deve valere per tutti”. Non solo perche’ ”clemenza e’ tale se e’ per tutti”, ma anche perche’, con preclusioni soggettive e oggettive, non avrebbe ”ampia portata deflattiva”, sostiene l’ associazione , che ricorda la ”cronica e crescente condizione di sovraffollamento” dei 205 istituti di pena italiani ”con 56.733 detenuti contro una capienza regolamentare di 41.730”e dunque con ”ben 15 mila persone in piu’ rispetto ai posti letto a disposizione”. Un fenomeno oltretutto in continuo aumento, visto che ”in soli 3 anni” la popolazione carceraria e’ aumentata ”di 7 mila unita”’. ”Un’eventuale amnistia pregiudicherebbe gravemente i diritti delle vittime dei reati”. A ricordarlo e’ Stefano Maccioni, responsabile nazionale di Cittadinanzattiva, dopo la recente proposta del ministro della Giustizia Roberto Castelli. Per Maccioni, ”il provvedimento di clemenza suggerito dal Guardasigilli andrebbe a incidere non tanto sulla pena da scontare, come avviene per l’indulto, quanto sul singolo reato. In pratica -spiega- l’amnistia, estinguendo il reato, impedirebbe una pronuncia definitiva anche in relazione alle richieste di risarcimento dei danni fatti valere dalle vittime, all’interno dei processi penali ancora in corso. Si vedrebbero costrette a ricorrere a un giudice civile, con inevitabile aggravio di costi, perdita di tempo e difficolta’ a far valere i propri diritti”. ‘Cittadinanzattiva’ si augura che ”le forze politiche rivedano al piu’ presto le loro posizioni in merito a un’eventuale amnistia, che danneggerebbe in maniera rilevante le istanze di tutela avanzate dalle vittime dei reati nel processo penale” e sollecita ”l’approvazione della legge quadro per l’assistenza, il sostegno e la tutela delle vittime dei reati, elaborata dalla commissione ministeriale”.


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