Welfare
Indulto, don Ciotti: è mancato un “piano di accompagnamento”
Lo ha detto oggi il fondatore di Libera durante una manifestazione nel cagliaritano. "Così - dice - si sarebbe abbassato il tasso di recidiva"
di Chiara Sirna
”Se si fossero creati progetti di accompagnamento a chi e’ uscito dal carcere con l’indulto si sarebbe potuto diminuire il numero delle situazioni di recidivita”’.
Lo sostiene Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, la rete di organizzazioni impegnate nella lotta alla mafia, in riferimento all’allarme lanciato dal Dap per un possibile nuovo sovraffollamento delle carceri. Il sacerdote e’ intervenuto stamane a Cagliari alla presentazione di ”Strada facendo 3”, manifestazione in programma nel capoluogo sardo dal 19 al 21 ottobre con la presenza, tra gli altri, dei ministri Turco, Bindi e Ferrero.
”Non basta fare un provvedimento – ha sottolineto Don Ciotti – se poi e’ tutto assegnato alla buona volonta’ di qualcuno. La societa’ civile organizzata aveva fatto la proposta chiara di affrettare i tempi e creare percorsi di accompagnamento per chi usciva dal carcere, ma i fondi sono arrivati solo ora. Ad agosto, invece, siamo stati invasi da coloro che uscivano per l’indulto e non avevano punti di riferimento, ma si e’ fatto quello che e’ stato possibile”. Citando Norberto Bobbio, Don Ciotti ha quindi chiesto ”buone leggi” allo Stato e alla societa’ civile di fare la propria parte.
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