Formazione
Indignazione di Diouf: solo due Capi di Stato al vertice
Il direttore generale della Fao, Jacque Diouf , interviene al Forum per la sovranità alimentare rivolgendosi alle ong. "La Fao sta facendo il possibile ma abbiamo bisogno di nuovi alleati"
Non può trattenere la delusione il Direttore generale della Fao, Jacque Douf, alla vigilia dell’apertura del terzo vertice mondiale sull’alimentazione. Il disappunto nasce dalla constatazione che sui 29 paesi Ocse invitati, cioè i paesi con economia maggiormente sviluppata, soltanto due delegazioni saranno guidate da Capi di Stato: “Questo è il segnale di quanta poca considerazione politica venga dai vertici dei paesi ricchi per i summit dei paesi poveri”, ha detto ad una platea che lo ha accolto con calore.
Diouf, ha riconosciuto che gli attuali sforzi della Fao non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo posto nel 1996 di dimezzare il numero della popolazione mondiale malnutrita entro il 2015. Infatti solo 6 milioni di individui all’anno vengono sottratti alla morte per fame, invece dei 22 che sarebbero necessari.
Malgrado ciò, il direttore della Fao ha sottolineato alcuni progressi fatti e alcuni ulteriori impegni presi, molti dei quali in linea con le preoccupazioni più volte espresse dalle ong. Come la collaborazione avviata con l’Alto Commissariato della Nazioni Unite per i diritti umani, proprio per legare strettamente il diritto al cibo ai diritti umani fondamentali.
Ha citato, inoltre, la costituzione presso la Fao di un comitato di esperti sull’etica alimentare agricola, anche in ragione della diffusione delle tecnologie bioliamentari. E proprio a questo proposito ha ricordato la recente sottoscrizione del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche, sottoscritto lo scorso novembre dopo anni di non facili negoziati.
Tornando sullo scandalo della scarsa attenzione dei grandi della terra verso il “vertice dei poveri” , come egli stesso ha definito la conferenza ufficiale che sia aprirà domani a Roma, Diouf ha rivolto ai presenti un appello per una più stretta alleanza tra l’istituzione che dirige, le organizzazioni non governative e le rappresentanze dei piccoli produttori . “Si dice che gli Stati non hanno amici ma solo interessi. Ma le organizzazioni della società civile sono l’unica forza che può contrastare una ragione di stato guidata solo dall’egoismo e dal mercantilismo”, ed ha concluso “Le ong sono l’ultima sponda della solidarietà umana”.
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