Mondo

INDIA. Un italiano risparmiato dai terroristi, uno ucciso

Confermata la morte di un nostro connazionale

di Gabriella Meroni

La Farnesina conferma la morte di un cittadino italiano, Antonio de Lorenzo, nell’assedio di Mumbai. «Al termine di complessi accertamenti in una situazione che rimane molto tesa l’Unità di crisi in stretto raccordo con le nostre autorità diplomatico consolari in India ha potuto confermare l’avvenuto decesso di un nostro connazionale negli attentati che hanno avuto luogo a Mumbai. Si tratta del sig. Antonio de Lorenzo», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri. «Il Ministro degli Esteri Frattini nell’esprimere il suo profondo cordoglio e la sua vicinanza ai familiari ribadisce la più ferma condanna per quanto accaduto a Mumbai che conferma la necessità che la comunità internazionale mantenga alta la guardia contro questi atti di violenza gratuita ed ingiustificabile che colpiscono la popolazione inerme», conclude la nota della Farnesina.

«La situazione è in evoluzione continua, le forze speciali indiane stanno preparando blitz mirati, ma non in tutti gli alberghi contemporaneamente. Non c’è ancora il pieno controllo della situazione». Aveva riferito in precedenza questa mattina il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenendo a “Panorama del Giorno” su Canale 5. Quanto alle vittime, «i dati ufficiali, non ancora confermati, parlano di 100 morti e alcune centinaia di feriti. Come emerso dal racconto di alcuni c’è stata una vera e propria caccia all’americano e all’inglese. I terroristi – conclude Frattini – cercavano gente con passaporto americano e inglese».

Le parole di Frattini trovano conferma nel racconto del New York Times, secondo il quale un cittadino italiano è «stato lasciato stare» dai terroristi che stanno ancora assediando l’Hotel Oberoi a Mumbai. A raccontarlo al quotidiano è un testimone, il britannico Alex Chamberlain, sorpreso dai terroristi in uno dei ristoranti dell’albergo a cinque stelle di Mumbai. Un uomo armato, racconta, ha costretto 30-40 ospiti del locale a spostarsi sulle scale e, parlando in hindi o urdu, ha ordinato loro di alzare le mani. «Parlavano in modo specifico di britannici e americani. C’era un tipo italiano, e gli hanno chiesto, “da dove vieni” e lui ha detto di essere italiano, e gli hanno risposto, “bene” e lo hanno lasciato in pace», ha spiegato Chamberlain.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA