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India: Oil for Food, rimosso Ministro degli Esteri Singh
Il rapporto della Commissione Volcker sullo scandalo 'Oil for Food' lo accusa di aver tratto profitto dalle vendite illegali di greggio iracheno.
ll ministro degli Esteri indiano Natwar Singh e’ stato rimosso dal suo incarico a causa del suo coinvolgimento nello scandalo ”oil for food”. L’annuncio e’ giunto dopo un incontro con il primo ministro Manmoam Singh. L’ex capo della diplomazia indiana rimarra’ tuttavia nell’esecutivo ma alla guida di un ministero senza portafoglio.
Singh – il cui allontanamento veniva dato per certo ormai da giorni – e’ una delle vittime eccellenti del rapporto della Commissione Volcker sullo scandalo ‘Oil for Food’ (petrolio in cambio di cibo), che lo chiama direttamente in causa. Nel documento – diffuso venerdi’ scorso dopo piu’ di un anno di indagini tese a far luce sul giro di tangenti intorno al programma iracheno gestito dall’Onu – si accusa l’ex capo della diplomazia indiana di aver tratto profitto personale dalla vendite illegali di greggio perpetrate dall’ex regime di Saddam Hussein. In particolare, Singh si sarebbe adoperato per ‘piazzare’ almeno quattro milioni di barili di petrolio iracheno per conto di un’azienda denominata ‘Masefield AG’.
Nel rapporto Volcker compare anche il nome del figlio del ministro, Jagat, in qualita’ di responsabile di una delle 4.500 societa’ di tutto il mondo che trafficarono con Baghdad durante gli anni dell’Oil for Food. Nei giorni scorsi Singh aveva gia’ discusso della vicenda con il premier e con Sonia Gandhi, leader del Partito del Congresso, la formazione di governo della quale lui stesso fa parte.
Il programma ‘Oil for Food’ fu varato dall’Onu nel 1995 con l’obiettivo di destinare gli introiti delle vendite ‘controllate’ di greggio all’acquisto di cibo, medicinali e generi di prima necessita’ per la popolazione irachena, duramente provata da cinque anni di sanzioni internazionali. Il programma umanitario e’ durato in tutto sette anni. Nel complesso, si calcola che l’ex regime di Saddam abbia distratto fondi per 1,8 miliardi di dollari da destinare alle aziende ‘complici’, vendendo sottobanco il petrolio a prezzi di estremo favore e creando tutta una serie di fondi neri. Inizialmente, tali fondi vennero utilizzati per ‘ripagare’ esponenti politici e opinionisti di tutto il mondo disposti ad ‘abbracciare’ la causa irachena schierandosi contro le sanzioni a Baghdad. Successivamente, i soldi illeciti ricavati con l’Oil for Food furono impiegati anche per comprare armi ed erano comunque a disposizione del partito Baath.
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