Accompagnata da una vasta campagna mediatica è appena entrata in vigore
in India una legge voluta dal Ministero del Lavoro, che a partire dal
10 Ottobre 2006 vieta ai bambini e ai ragazzi al di sotto dei 14 anni
di lavorare in alcuni settori ritenuti particolarmente pericolosi o
inclini allo sfruttamento del lavoro minorile: la legge colpisce in
particolare gli impieghi nelle mense, nei ristoranti nei chioschi
lungo le strade ma anche Centri Benessere come le SPA o alberghi, dove
spesso bambini e ragazzi lavorano come camerieri, lavapiatti etc.
Sarà inoltre proibito vendere per la strada, nei negozi o lavorare come
domestici nelle case private. Queste attività infatti sono state
aggiunte alla lista delle attività lavorative ritenute pericolose dal
Child Labour Prohibition and Regulation Act del 1986.
Durante l’INCONTRO MONDIALE DEI BAMBINI E ADOLESCENTI LAVORATORI” di Asia,
Africa ed America LatinaMentre in corso a Siena sino al 29 ottobre è stato reso noto un comunicato da parte di “The Concerned for Working Children” che critica la leggerezza con cui vengono prese queste misure a livello legislativo elencandone i punti deboli e le inevitabili conseguenze negative sulla vita dei
bambini lavoratori. Ecco il testo:
LE “BUONE INTENZIONI” NON SONO SUFFICIENTI
Apprezziamo la preoccupazione nei confronti dei bambini dimostrata dal
Governo Centrale che, mosso da questo sentimento, ha deciso di
includere il lavoro domestico, il lavoro nei ristoranti, nelle dhabas
(chioschi lungo la strada) negli hotel, nei motel nelle sale da tè, nei
centri Spa e in altri centri ricreativi nella lista delle occupazioni
pericolose contenuta nel Child Labour Prohibition and Regulation Act
del 1986.
L’esperienza ci ha tuttavia insegnato che le azioni guidate solamente
dalle “buone intenzioni” non hanno fatto altro che danneggiare
gravemente proprio quei bambini che intendevano proteggere.
Facendo quindi riferimento a questa decisione da parte del Governo,
desideriamo porre all’attenzione del Governo una serie di questioni
importanti:
1.. Il Governo è pronto ad affrontare le conseguenze di tale divieto,
che avrà di sicuro l’effetto di togliere a moltissimi bambini un lavoro
e una fonte di reddito, lasciandoli sulle strade, a lottare per la
sopravvivenza? Quali sono le misure messe in atto per occuparsi di
quel numero altissimo di bambini che non hanno un posto dove andare e
che, anche se lo desiderassero, non possono tornare a casa?
2.. Qual è la strategia messa a punto dal Governo per far sì che i
bambini stessi siano adeguatamente informati su questa misura, che,
nell’immediato futuro, avrà un impatto enorme sulle loro vite? Nella
foga di procurare ai bambini determinati diritti, il governo è disposto
a violarne altri?
3.. Come si è attrezzato il Governo per implementare questo divieto?
In che modo questa misura potrà mai fare la differenza rispetto a tutte
le numerosissime attività vietate che continuano però a sussistere
nell’illegalità, schiavizzando milioni di bambini, costretti a lavorare
in condizioni inumane?
4.. Dov’è il piano strategico per l’identificazione del lavoro
minorile in questi settori? è proprio in questi casi che si rischia di
rendere i bambini ancora più invisibili e vulnerabili, soprattutto
quando il processi di identificazione e le misure di follow up sono
inadeguati. Quei bambini organizzati che attualmente hanno la
possibilità e la libertà di svolgere l’importante compito di mettersi in
relazione con gli altri bambini e aiutarli, e lo fanno nei luoghi
pubblici e di lavoro, potrebbero finire con l’essere letteralmente
imprigionati nei loro luoghi di lavoro.
5.. Ci sono programmi che prevedono la consultazione dei bambini
per la progettazione di piani alternativi che offrano loro
possibilità concrete, adeguate ed accettabili o queste alternative,
come in passato, non faranno altro che peggiorare ulteriormente le
già precarie esistenze di questi bambini?
6.. Ci sono programmi di sostegno alle famiglie di questi bambini,
famiglie che sono state costrette da gravi circostanze a mandare i
propri figli a lavorare? A meno che non si cerchi di mirare alla
radice del problema attraverso un approccio risolutivo olistico e
graduale, qualsiasi divieto non farà che affrontare i sintomi, ma non
le cause del problema stesso.
7.. Inoltre, c’è un numero consistente di giovani tra i 14 e i 18
anni che lavorano in questi stessi settori, e lo fanno in condizioni
estremamente difficili. Che cosa intende fare il Governo per
assicurare che anche i diritti di queste persone vengano rispettati?
Il Governo dovrebbe fornire una risposta a tutte queste domande. La
gente, e in particolare i bambini, hanno il diritto di essere
informati su ciò che può avere un enorme effetto sulle loro vite.
Dovrebbero essere consultati in merito, le loro opinioni dovrebbero
essere ascoltate così da fornire alternative adatte ai loro bisogni, e
così da renderli partecipi e attivi nella progettazione delle politiche
del loro paese.
Se i punti sopraelencati non verranno presi in considerazione e le
alternative per bambini e famiglie colpiti non saranno presenti prima
che entri in vigore il divieto, questa decisione del governo potrebbe
finire col peggiorare gravemente le condizioni di questi bambini, che
sarebbero costretti ad optare per lavori ancora più pericolosi e
nascosti.
Se il Governo vuole davvero far sì che i bambini traggano vantaggio da
questa misura, saremo lieti di offrire la nostra collaborazione ed
elaborare strategie di implementazione adeguate. Potremmo rivolgerci a
Bhima Shanga, un sindacato di bambini lavoratori dello stato del
Karnataka, affinché forniscano la loro consulenza al Governo.
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