Famiglia

India: medici protestano contro report su strage bambine

Nei giorni scorsi The Lancet Nuova Delhi aveva pubblicato un uno studio sul fenomeno degli aborti di feti femminili

di Carmen Morrone

Insorge la Indian Medical Association dopo la pubblicazione di un rapporto sulla prestigiosa rivista medica britannica The Lancet: uno studio secondo cui prosegue in India la pratica dell’aborto selettivo dei feti femminili, nonostante la legge abbia vietato la determinazione del sesso con gli esami prenatali. Secondo lo studio pubblicato da The Lancet, in vent’anni si sarebbero ‘perdute’ 10 milioni di bambine, 500.000 aborti di feti femminili all’anno. “E’ un rapporto fuorviante” protesta il dottor Narendra Saini, segretario aggiunto e portavoce della Indian Medical Association, che raccoglie 170.000 medici indiani. “Perché danno adesso questi dettagli? Non succede più negli ultimi quattro o cinque anni granzie alle rigide leggi che sono state varate”. La ricerca effettuata per The Lancet da un gruppo di ricercatori indio-canadesi partiva da una analisi nazionale di 1,1 milione di famiglie indiane, pari a circa 6 milioni di persone. In base al rapporto fra maschi e femmine nati in altri paesi, gli analisti ritengono che nel 1997 sarebbero dovute nascere fra 13,6 e 13,8 milioni di bambine; ne sono nate 13,1 milioni. Nella maggior parte dei paesi del mondo la popolazione femminile alla nascita è maggiore di quella maschile; ma nel 2001, per ogni 1.000 maschi nati in India sono state partorite solo 933 bambine. L’aborto selettivo sarebbe inoltre molto più frequente fra le donne istruite che fra quelle delle classi basse.


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