Formazione

India: corrispondenza di Save the children

Forse ancora 70 persone sotto le macerie

di Redazione

E’ impossibile capire quante persone sono morte a causa del terremoto; ma alcune stime parlano di 30.000 – 100.000 morti. Giornali locali riportano che 75.000 persone sono ancora sotto le macerie e 33.000 sono i feriti. Decine di migliaia di persone sono rimaste senza casa; si pensa che il numero dei senzatetto aumenti fino a raggiungere quota 500.000 nella città di Bhuj, non lontana dall’epicentro; dove il 95% degli edifici sono inabitabili. Bhu, che aveva recentemente denunciato uno stato di siccità per la mancanza di acqua prima del terremoto, si trova adesso con così tanti senzatetto e temperature notturne che raggiungono gli 8 gradi. In questa situazione coperte e rifugi sono urgentemente necessari.

A quasi una settimana dal terremoto, le priorità d’intervento in India si sono spostate dalla ricerca dei sopravvissuti e dei corpi sotto le macerie, all’assistenza sanitaria ai sopravvissuti. Save the Children ha esteso il suo lavoro in maniera da apportare il maggior beneficio ai bambini e le loro famiglie nei villaggi intorno all’epicentro del terremoto. Il personale di Save the Children ha verificato la situazione d’emergenza nei seguenti villaggi: Bachau, Chirai, Anjar, Ghandidham, Bhuj, Desalpur e Jayilpur.

Fino ad oggi Save the Children ha distribuito:

95.000 coperte
725 tende
23.000 set di abiti per bambini
400 rotoli di coperte di plastica per feriti morti e malati
1.000 coperte di plastica
6 generatori di corrente elettrica
2 telefoni satellitari per la riunificazione familiare
10.000 scatole di cibo di prima necessità per i più bisognosi.

Lewis Sida, coordinatore per l’emergenza in India di Save the Children, spiega:
“Le linee d’urto di questo terremoto si sono diramate così tanto che intere aree sono andate distrutte. La risposta del governo è a dir poco minima, la gente sta cominciando a chiedere aiuti, soccorsi, ci sono corpi nelle strade dove sono stati appena trascinati dalle macerie, alcune aree non hanno ancora ricevuto nessun tipo di soccorso e sono in disperato bisogno, in particolare per prevenire l’espandersi di epidemie come il colera.”

Save the Children sta inoltre lavorando con personale locale per assicurarsi che tutti i bambini non accompagnati siano debitamente registrati in maniera che possano essere riunificati alle loro famiglie non appena la situazione lo permetterà. Save the Children comincerà nelle prossime settimane a collaborare con autorità locali in Ahmedebad nella ricostruzione di centri per bambini che possano offrire a questi villaggi un’ oasi intorno alla quale cercare di tornare alla normalità.

Save the Children ha lavorato in India per 65 anni principalmente in collaborazione con organizzazioni locali. In risposta a questo disastro, Save the Children sta collaborando con Kutch Mahila Vikas, organizzazione umanitaria locale, i cui volontari si stanno recando sistematicamente in ogni villaggio per verificarne i danni ed i bisogni in maniera di assicurare un’assistenza nelle aree dove fino al oggi, nessun aiuto è ancora arrivato. Entrambe le organizzazioni distribuiranno aiuti in queste zone a partire da giovedì prossimo.

Per informazioni www.savethechildren.it

Interviste con operatori di Save the Children in India possono essere organizzate

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.