Formazione
Indennizzi sangue infetto: a Torino una sentenza innovativa
Un sostenitore del Comitato EpaC si è visto riconoscere in via giudiziale il diritto all'indennizzo previsto nella legge 210, anche se la sua richiesta era stata repinta perché presentata in ritardo
Il Comitato EpaC, che si occupa di promuovere la tutela dei diritti delle persone affette da epatite, ha recentemente diffuso la notizia di un’importante sentenza in materia di indennizzo ai sensi della legge 210/92 per i soggetti danneggiati da epatite post-trasfusionale.
La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Torino, che ha condannato il Ministero della Sanità a corrispondere l’indennizzo previsto dalla legge 210 in favore di una persona affetta da epatite (sostenitrice di EpaC e patrocinata in giudizio da un legale dello stesso Comitato), sebbene la domanda di indennizzo fosse stata respinta in via amministrativa in quanto presentata in ritardo.
Come è noto, sono moltissimi gli ostacoli procedurali e gli intoppi burocratici che attualmente bloccano i ricorsi per ottenere gli indennizzi a norma della 210: lo scorso 26 settembre anche l’associazione dei Politrasfusi italiani ( www.politrasfusi.it ) ha manifestato davanti a Palazzo Chigi per denunciare i ritardi delle Regioni che allungano all’infinito i tempi d’attesa per ottenere le liquidazioni, trasformandosi in una vera e propria beffe per i malati e le loro famiglie.
La sentenza a favore del sostenitore di EpaC diventa dunque un importante precedente in quanto, a differenza di altre analoghe pronunce registratesi in passato, prevede espressamente che il termine di decadenza triennale per i casi di epatite post-trasfusionale si applica solo a decorrere dal luglio 1996.
Pertanto, coloro che si sono visti respingere la domanda di indennizzo ai sensi della legge 210/92 poiché ritenuta “non tempestiva” hanno sempre più concrete possibilità di ottenere in via giudiziaria la corresponsione dell’indennizzo dovuto.
Info: www.epac.it
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.