Famiglia

Indagine sulla 194, le audizioni di oggi

Ripresi oggi i lavori della Commissione, con il Movimento per la Vita e la Comunità Papa Giovanni XXII. Domani la volta dell'associazione Luca Coscioni

di Sara De Carli

La Commissione affari sociali della Camera ha ripreso oggi l’indagine conoscitiva sull’applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria della gravidanza. In giornata sono stati ascoltati il magistrato Chiara Giammarco, dell’ufficio del giudice tutelare presso il tribunale di Roma, Maria Antonietta Bianco, presidente della Federazione dei collegi delle ostetriche e le rappresentanti delle associazioni Vita di donna, Donne in genere, Donne per lo sviluppo (Aidos), e il Melograno. Queste ultime in particolare hanno tra l’altro chiesto il potenziamento dei consultori confermando pero’ la propria contrarieta’ a ”istituzionalizzare” la presenza delle associazioni di volontariato all’interno dei consultori stessi. La Giammarco ha auspicato una maggior presenza dello psicologo nei casi nei quali minorenni intendono interrompere la gravidanza senza il consenso dei genitori. Le audizioni della Commissione sono proseguite nel primo pomeriggio con i rappresentanti dell’Associazione dei medici cattolici, della Comunita’ Papa Giovanni XXIII, del Movimento per la vita, del Progetto famiglia e della Caritas italiana. ‘In Italia nell’80% dei casi alla donna non solo non viene prospettata alcuna alternativa all’aborto, ma non viene neppure chiesto il motivo della sua domanda di ivg”. Ad affermarlo e’ stato oggi Carlo Casini, leader del Movimento per la vita. “Eppure – ha aggiunto – e’ possibile evitare l’aborto anche quando e’ in corso una gravidanza difficile o non desiderata. Tra le cause della propensione all’aborto le difficolta’ economiche sono quelle piu’ frequentemente indicate ma se la condizione della donna viene piu’ profondamente esaminata ci si accorge che la causa piu’ generale, una sorta di denominatore, e’ la solitudine”. Il movimento cattolico ha fornito alla Commissione affari sociali i numeri dei Cav (i Centri di aiuto alla vita) che, e’ stato riferito, hanno dal 1975 contribuito a far nascere ben 70 mila bambini. Solo lo scorso anno ne sono nati 7 mila, quasi un ”record” per i 278 Centri che assistono ogni anno oltre 30 mila donne. In un rapporto consegnato alla Commissione della Camera, si sottolinea che e’ molto bassa (solo il 5%) la percentuale delle donne che giungono ai Cav tramite ospedali o consultori mentre il maggior flusso proviene da consigli dati da amici e conoscenti (28%) e da parrocchie e associazioni (12%). Le gestanti che si presentano a queste strutture sono per lo piu’ sposate (58%), di eta’ compresa tra fra i 25 e i 34 anni, casalinghe o disoccupate. Opposti i primi commenti politici. ”I dati sul numero di bambini salvati dall’aborto, resi noti dal Movimento per la vita ci indicano la strada da seguire, ci parlano di un’opera meritoria ed encomiabile, di un’attivita’ che va presa ad esempio dal legislatore”, ha detto il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia e presidente nazionale della Consulta etico-religiosa del partito. ”Occorre quindi far si’ che questi ‘abortifici’ -prosegue l’esponente di An- cessino di essere tali e diventino come i Centri di aiuto alla vita, ossia strutture in cui si opera fattivamente per rimuovere le cause materiali, psicologiche o esistenziali che portano la donna a voler abortire, attuando quella fase di dissuasione dall’interruzione volontaria della gravidanza che e’ prevista dalla 194 ma che finora e’ rimasta lettera morta”. Il leader dei Radicali, Daniele Capezzone, è intervenuto invece dicendo che il miglior movimento per la vita e’ stato ed e’ la legge 194 che ha ridotto del 44% gli aborti legali e del 79% quelli clandestini: quindi contraccezione per non abortire e abortire per non morire e’ uno slogan vecchio ma ancora attuale. “Per limitare gli aborti occorre una maggiore e piu’ diffusa informazione contraccettiva – attacca Capezzone – poi il ricorso alla contraccezione d’urgenza, ossia la pillola del giorno dopo, e nei casi estremi la RU486 molto meno invasiva dell’interruzione volontaria di gravidanza per via chirurgica”. Non servono dunque i volontari nei consultori? “Ci sono gia’ gli operatori giusti e competenti: si abbia almeno rispetto delle donne – risponde Capezzone – la cui scelta di abortire non e’ una passeggiata ma un trauma: non si capisce perche’ dovrebbero esser sottoposte al Tribunale delle Coscienze”. Insomma, “Stato e Chiesa se ne stiano alla larga dalla vita privata delle persone, dalle liberta’ personali e – conclude Capezzone – nello specifico delle donne”. Luana Zanella, presidente dei deputati Verdi, ritiene “di grande importanza l’appuntamento convoncato per sabato prossimo a Milano per reagire alla grave offensiva oscurantisca contro una legge fondamentale per la vita delle donne, una conquista democratica oggi messa in discussione da una destra avventurista e demagogica. L’indagine conoscitiva in corso alla Camera – prosegue Zanella – conferma di giorno in giorno il suo intento di pura propaganda anti-abortista: l’audizione di Carlo Casini conferma che il Movimento per la vita deve svolgere la propria attivita’ al di fuori dei consultori dove e’ chiamato a operare solo personale qualificato e specializzato”. Domani sara’ la volta dell’associazione Luca Coscioni, della societa’ scientifica Andria, dell’Unione donne italiane (Udi) e della Federazione internazionale degli operatori di aborto e contraccezione. Con queste audizioni si esaurira’ la lista degli incontri programmati per l’indagine conoscitiva. Il presidente della Commissione, Giuseppe Palumbo (Fi), ha detto che intende lavorare alla stesura della relazione conclusiva nella prossima settimana per presentarla in quella successiva, in modo da rispettare il termine della fine del mese fissato dal presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, per la conclusione dell’ indagine.


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