Non profit
Incontro sulla “Conflittualità di coppia” (secondo incontro)
Si è svolto a Padova, presso il Centro Congressi di Villa Ottoboni
L’incontro del 2 Aprile 2009 in tema di “Conflittualità di coppia” chiude una serie di incontri formativi che la Regione Veneto ha organizzato negli ultimi due anni sui temi della conflittualità di coppia, appunto, della mediazione familiare e del sostegno alla genitorialità.
L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio e allargato, come previsto anche dalla DGR n. 3914 del 9 dicembre 2008, che si propone una serie di linee progettuali di sostegno alla genitorialità, nell’ambito del potenziamento delle attività consultoriali.
La necessità di avviare un percorso formativo sulla Mediazione familiare, nonché sulla
“Conflittualità della coppia” nasce dalla lettura dei dati relativi alle attività consultoriali, che rilevano come sempre di più coppie e famiglie si rivolgono al servizio per difficoltà di ordine relazionale, relative alle diverse fasi del ciclo di vita e spesso legate a situazioni di separazione e divorzio.
Comunicato stampa n.634 -2009 dell’Agenzia Veneto Notizie
http://venetonotizie.regione.veneto.it/VenetoNotizie/showItem.2puntOT?id=776
(AVN) – Padova, 2 aprile 2009
Coppie che scoppiano, famiglie in crisi, ricerca di esperti per mediare conflitti che spesso mettono di mezzo i figli. Su questa preoccupante situazione veneta si è tenuto, stamani a Villa Ottoboni a Padova, un convegno sul tema “Conflittualità di coppia”, aperto dall’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi e curato dall’Osservatorio regionale Nuove Generazioni e Famiglia, presenti oltre trecento operatori dei servizi sociali del Veneto. Scopo dell’iniziativa è stato di formare gli operatori (psicologi,assistenti sociali, educatori professionali) sulla mediazione familiare e sulla conflittualità di coppia formazione che si rende necessaria proprio dalla lettura dei dati relativi alle attività dei consultori dai quali emerge che sempre più coppie venete e famiglie si rivolgono al servizio consultoriale per difficoltà di relazione tra coniugi, tra genitori e figli e per l’insorgenza di separazioni e divorzi. Valdegamberi ha fornito alcuni dati sintetici ed indicativi: nel 2007 nei consultori veneti si sono presentati spontaneamente (senza cioè essere inviati da altri servizi o enti o istituzioni) 1647 utenti di cui 1563 coppie e 84 famiglie per problemi inerenti alla conflittualità nella coppia. Per problemi legati invece strettamente al nucleo familiare e all’esigenza della mediazione da parte di esperti si sono presentati ai consultori spontaneamente 386 utenti di cui 279 coppie e 102 famiglie e invece, inviati dai servizi o dal tribunale 119 utenti di cui 79 coppie e 40 famiglie. Altrettanto interessante il dato relativo alle separazioni e/o divorzi: spontaneamente sono andati ai consultori 996 utenti di cui 667 coppie e 329 famiglie. “Sono tematiche di grandissima e scottante attualità – ha detto Valdegamberi – al loro centro c’è la cosa più importante: la famiglia attorno a cui si costruisce tutta la società. I dati mostrano senza dubbi che c’è oggi una grande difficoltà di relazioni all’interno delle famiglie stesse ma bisogna lavorare per curare la società attraverso la cura della famiglia. Famiglia che è parte integrante dello Stato, non semplice destinaria di servizi, ma capace di moltiplicare le risorse ad esse affidate. Oggi – ha constato – è un istituto che sta entrando sempre più in crisi, sembra quasi si voglia romperlo, puntando tutto sul cittadino individuo invece che sulla famiglia, come piccola comunità fondante la società. Abbiamo fatto un bando sui consultori familiari per recuperarne il ruolo di supporto aiuto e consulenza alla famiglia e alla genitorialità. La funzione genitoriale deve essere valorizzata, deve riassumere una valenza di responsabilità oggi residuale. Bisogna andare avanti. Il nostro sistema sociale e finanziario non è più sostenibile su molti fronti, la non autosufficenza, l’aumento della popolazione anziana, il bassissimo livello di nascite: e allora bisogna davvero aiutare la famiglia come primo passo per aiutare davvero lo Stato. Infine bisogna arrivare da parte di tutti a una riflessione seria su dove sta andando la nostra società, recuperando il vero senso della vita che è responsabilità, rispetto dell’altro, e anche fatica”.
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