Filippo passa più di 10 ore al pc, immerso in una realtà virtuale che spesso lo accartoccia e lo rende spento, triste, insensibile davanti a tutto, con la sola voglia di essere collegato alla rete. Ad una rete che lo fa “sentire” vicino a qualcuno. Ma cosa cerca in questi collegamenti notturni? Cerca il rapporto con l’altro che non conosce, ma che è l’unica cosa in grado di farlo sentire qualcuno. Ma è veramente un rapporto con qualcuno quello che cerca?
Come intervenire per dare risposte alla disperazione della mamma che vede giorno per giorno spegnersi a soli 20 anni quel suo figlio tanto desiderato? La grossa difficoltà è stare nel rapporto con l’altro, avvicinarsi alla sua disperazione ma non lasciarsi vincere o travolgere. Si fatica e questa fatica a volte necessita di sguardi che vanno al di là di quell’orizzontalità umana a cui siamo abituati.
Sguardi che, dopo aver osservato, si interrogano e cercano di capire se c’è da guardare oltre, se possono vedere altro…
Incontrare i giovani e stare nella relazione con loro necessita una preparazione non solo specialistica e nozionistica, ma umana e spirituale. È questo che si porta all’altro durante l’incontro ed è questo che resta all’altro quando ci si lascia.
Per fare ciò dobbiamo anche imparare a fare silenzio dentro di noi, toccare e far vibrare la frequenza del cuore. È cosa ardua, ma necessaria e che non può non essere ricercata oggi quando stiamo con i giovani.
L’altro ti porta delle domande e delle esigenze che a volte ne nascondono altre più profonde e importanti.
Siamo pronti a tutto questo? O siamo pieni solo dei nostri preconcetti o teorie?
Oggi è fondamentale rimboccarsi le maniche in prima persona e pensare di dedicare loro del tempo, a volte in maniera non prevedibile, perché il malessere delle persone ti coinvolge completamente e a volte si fatica a capirne il limite.
Più stiamo con i giovani e più ci accorgiamo che il tempo è poco e non basta. Dobbiamo aggredire il disagio, ma facendo in fretta perché ciò che ti riportano oggi i giovani domani potrebbe essere troppo tardi da affrontare!
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