Famiglia
Inclusione scolastica in zona rossa: le scuole hanno disatteso le indicazioni ministeriali
Vincenzo Falabella, presidente della Fish: «Molte scuole hanno disatteso la nota ministeriale. Eppure, la stessa nota non chiedeva alle scuole di valutare se far andare in presenza un gruppetto di compagni con l’alunno con disabilità, ma di valutare come garantire tale presenza»
di Redazione
La capacità reale della scuola, in questa pandemia, di garantire l’inclusione degli alunni con disabilità torna al centro del dibattito. Lo scorso 12 marzo, in piena zona rossa, a seguito del pasticcio legato alla mancata definizione di chi fossero i figli dei key workers che potevano continuare a frequentare in presenza, dinanzi a un decreto e a una nota Ministeriale che menzionava solo gli alunni con disabilità e BES, il Ministero era intervenuto con una nuova nota per chiarire che «le stesse istituzioni scolastiche non dovranno limitarsi a consentire la frequenza solo agli alunni e agli studenti con disabilità, ma, al fine di rendere effettivo il principio di inclusione valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe».
Nei fatti, ciò non è avvenuto. Molte scuole, che pure nei primissimi giorni di chiusura avevano avviato piccoli gruppi in presenza, hanno fatto retromarcia e accolto in presenza solo gli alunni con disabilità, complice «la nota dell’Associazione Nazionale Presidi che smentiva la previsione ministeriale, affermando, in sostanza, che fino a quando gli alunni con disabilità non fossero stati tutti vaccinati, non avrebbero dovuto mettere piede a scuola». Così ha riferito ieri Vincenzo Falabella, presidente della Fish, dinanzi alle Commissioni VII e XII del Senato, dove era audito insieme ai rappresentanti di altre associazioni sull’impatto della didattica digitale integrata (DDI) sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti.
Falabella ha descritto così quanto accaduto: «Molte scuole hanno disatteso la nota ministeriale. Eppure, la stessa nota non chiedeva alle scuole di valutare se far andare in presenza un gruppetto di compagni con l’alunno con disabilità, ma di valutare come garantire tale presenza. Come dire che non prevedeva la discrezionalità decisionale da parte degli istituti scolastici, dato che essa rappresentava la condizione necessaria per garantire, di fatto, la reale inclusione degli alunni con disabilità presenti a scuola. Oggi torniamo a denunciare il fatto che alcuni dirigenti scolastici stanno disattendendo le norme ministeriali. Il Miur, da parte sua, avrebbe dovuto chiarire che ogni dirigente scolastico avrebbe dovuto attenersi ad osservare una disposizione giuridica emanata da un funzionario ministeriale. Da parte nostra, invece, ribadiamo, ancora una volta, che la scuola ha bisogno di continuità e, ricordando che nei mesi passati con il Ministero dell’Istruzione è stato avviato un importante percorso per l’inclusione scolastica, a partire dai nuovi modelli di Pei, riteniamo che si debba proseguire su quella strada. Non lasciando indietro nessuno. Di certo, però, qualcuno dovrà ammettere il pasticcio della governance della didattica in questi mesi di pandemia, sia in presenza che a distanza».
Nel pomeriggio di ieri, martedì 13 aprile, le commissioni VII e XII del Senato hanno audito i rappresentanti dell'Associazione Italiana Gnitori (AGE), del Movimento Italiano Genitori (Moige), del Forum Nazionale Delle Associazioni Dei Genitori Della Scuola (Fonags), dell'Associazione Genitori Scuole Cattoliche (Agesc), della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap (Fish) e della Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità (Fand), intervenuti in merito all’impatto della didattica digitale integrata (DDI) sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti.
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