Politica

Inclusione, la nostra battaglia in solitudine

Il caso Campania raccontato da un esperto, di Sergio D'Angelo, presidente Consorzio Drom

di Redazione

Le difficoltà di accesso al mercato del lavoro costituiscono un problema grave in tutto il Sud Italia. La Campania figura al sesto posto per tasso di disoccupazione nella classifica delle 66 regioni europee con ritardo di sviluppo, e al secondo per quanto riguarda la disoccupazione giovanile.

Se si considerano nello specifico le fasce sociali più svantaggiate, la questione del lavoro risulta essere ancora più grave. In Campania si tratta di un problema dalle cifre superiori a quelle di altri contesti italiani, che si affianca al fenomeno della devianza minorile e giovanile. È persino superfluo sottolineare la stretta correlazione tra devianza e marginalità, da una parte, e assenza di professionalità, lavoro e inserimento sociale, dall?altro.

Privato sociale in campo

In relazione a questa situazione non va dimenticato lo sforzo che soprattutto esperienze del privato sociale stanno sviluppando per la realizzazione di percorsi di inserimento lavorativo rivolti a persone con problematiche di disabilità.Il quadro legislativo nazionale prevede alcuni strumenti come la legge n. 68/99 sul collocamento mirato dei disabili, per la realizzazione di un processo di integrazione dei servizi sanitari, sociali e del lavoro, ritenuta indispensabile per garantire a questa fascia di cittadini pari opportunità reali e concrete.

L?applicazione di questo strumento al Sud ha però incontrato non poche difficoltà, come dimostra il basso numero di convenzioni tra imprese e servizi e, in particolare, di quelle convenzioni che richiedono di accedere alle incentivazioni della legge. Stando agli ultimi dati diffusi nella terza relazione al parlamento sullo stato di attuazione della legge, in Campania la percentuale, nel 2005, degli inserimenti è dell?1,7%, vale a dire appena 1.545 disabili su un totale di 90.004 iscritti negli elenchi. Sempre in Campania va ricordato il perdurare della mancanza di una legge regionale sulla cooperazione sociale, che favorirebbe un concreto sviluppo del settore.

Fondi e sovvenzioni

Tuttavia in questi anni, nonostante le difficoltà di contesto e la discontinuità dei soggetti pubblici nel realizzare politiche coordinate, un ruolo decisivo spetta al privato sociale, che ha realizzato importanti esperienze e progettualità grazie alle opportunità offerte dalla programmazione dei fondi comunitari. In Campania la misura 3.4 del Por ha inteso migliorare l?integrazione di soggetti minacciati di esclusione nell?ambito dei processi produttivi, sostenendo azioni di accoglienza, inclusione sociale, formazione, orientamento professionale per detenuti ed ex-detenuti, minori a rischio, tossicodipendenti, immigrati, nomadi, disabili psichici e fisici e vittime del fenomeno della prostituzione.

Non va dimenticato, in questo senso, il ruolo che ha svolto e sta tuttora svolgendo in tutto il Sud Italia, lo strumento della Sovvenzione Globale-Piccoli Sussidi, a favore delle organizzazioni non profit, le quali possono accedere a finanziamenti per la messa in campo di percorsi formativi e di inclusione sociale (attraverso l?addestramento professionale, il sostegno al reddito e aiuti all?assunzione) per categorie particolarmente svantaggiate.

La risposta all?integrazione nel mercato del lavoro dei soggetti potenzialmente esclusi è venuta dunque, ad oggi, soprattutto dal settore dell?economia sociale, anche se con tutti i limiti di realtà ancora molto fragili, cui si sta affiancando una sempre maggiore consapevolezza nelle istituzioni locali della necessità di promuovere politiche di sostegno del settore. La cooperazione sociale continua il suo trend fortemente espansivo: il fenomeno è sostenuto soprattutto dallo sviluppo della cooperazione sociale di tipo B nel Sud d?Italia, quantificabile in un incremento annuo del numero di imprese di circa il 20% impegnate in settori tradizionali come in quelli innovativi: agricoltura, servizi, parcheggi, ristorazione, ma anche turismo, informatica, fotovoltaico.

L?impresa sociale è divenuta, quindi, negli anni un attore importante nella progettazione e realizzazione di politiche di sviluppo locale e di acquisizione dei diritti fondamentali delle persone svantaggiate: ha dato loro l?opportunità di conquistarsi direttamente sul mercato quello spazio che la società e il mondo dell?impresa profit hanno sinora garantito in maniera assolutamente insoddisfacente sia per problemi strutturali, sia per diffidenza e insensibilità al problema.

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