Welfare
Inclusione: con “MyColf Ucraina” corsi certificati per assistenti familiari
Corsi certificati per assistenti familiari attraverso una piattaforma innovativa. Don Pagniello (Caritas), “strumento a disposizione per offrire opportunità”
di Redazione
Per dare corpo a un’accoglienza dei rifugiati ucraini in Italia che vada oltre l’emergenza, sono necessari interventi strutturali. Nasce da questa convinzione il progetto “MyColf Ucraina” che punta all’accoglienza e all’integrazione, offrendo corsi certificati per assistenti familiari attraverso una piattaforma innovativa. L’iniziativa è realizzata dalle associazioni Col’Or-Camminiamo oltre L’ORizzonte e Promos Lombardia, con il sostegno dell’arcidiocesi di Vercelli, Caritas Italiana e la casa editrice Emi e con il supporto di Fondazione comunità novarese e di Nuova Collaborazione (Associazione nazionale datori di lavoro domestico).
“Il percorso – viene spiegato in una nota – da un lato punta a favorire l’accesso al mercato del lavoro dell’assistenza familiare e delle professioni di cura, dall’altro presenta la grande novità di offrire una serie di importanti tutele e garanzie mettendo in relazione lavoratori e lavoratrici con famiglie e datori di lavoro, costruendo reti comunitarie di fiducia”.
“La rete Caritas opera quotidianamente alla creazione di legami tra le persone. Il lavoro a servizio della persona mette in relazione e apre a forme stabili di integrazione”, ha dichiarato don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana (nella foto), sottolineando che “MyColf è uno strumento a disposizione delle nostre Caritas per offrire opportunità sia di lavoro che di sviluppo professionale”.
Il progetto formativo prevede un modulo base di 40 ore per colf generico-polifunzionale (cura della casa) e da un modulo integrativo di 24 ore per badante (cura della persona), al quale si accede dopo il superamento del test finale del primo modulo. Quello di “MyColf Ucraina”, ha evidenziato don Pagniello, “è anche un test per tutti noi, uno stimolo a dare struttura all’accoglienza guardando al bene di chi accoglie e di chi è accolto”.
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