Giornata delle vittime della strada

Incidenti stradali: un supporto gratuito per i famigliari e i poliziotti

Gabriele Borgogni aveva 19 anni quando è stato ucciso da un uomo, che, guidando in stato di ebbrezza, ha passato un semaforo rosso. «Ricordo che nessun professionista è venuto a tenderci una mano. Il senso di vuoto che si prova in quel momento non è di uno Stato civile», racconta a VITA la sorella. «È nata così l’associazione Gabriele Borgogni Onlus. «Siamo partiti dal nostro dolore e offriamo supporto psicologico gratuito ai familiari delle vittime della strada e agli operatori di Polizia»

di Sabina Pignataro

Gabriele Borgogni aveva 19 anni quando è stato ucciso da un uomo, che, guidando in stato di ebbrezza, ha passato un semaforo rosso.

«Ricordo perfettamente l’arrivo degli agenti di Polizia Municipale che hanno suonato a casa di mia mamma nel cuore della notte per dirci che Gabriele aveva avuto un incidente», racconta la sorella, Valentina.

«Ricordo l’arrivo in pronto soccorso e poi nel reparto di terapia intensiva. Ricordo i giorni in cui Gabriele è stato in coma, e la dichiarazione di morte cerebrale. Ricordo anche che, tranne i tanti amici, non c’era nessuno ad aiutarci. Non c’era nessun professionista o nessuno del Comune, Provincia, Regione, Stato, che è venuto a tenderci una mano. Il senso di vuoto che si prova in quel momento non è di uno Stato civile».

Non c’era nessuno ad aiutarci. Non c’era nessun professionista o nessuno del Comune, Provincia, Regione, Stato, che è venuto a tenderci una mano. Il senso di vuoto che si prova in quel momento non è di uno Stato civile

Valentina Borgognoni

Un anno dopo, era il 2005, la famiglia e gli amici di Gabriele hanno voluto trasformare quel dolore e quel momento drammatico in qualcosa che potesse aiutare altre persone e ricordarlo. È nata così l’associazione Gabriele Borgogni’ Onlus

Uno dei progetti più importanti avviati si chiama “Mai più soli”. «Siamo partiti proprio dalla nostra esperienza personale. Dal dolore e dal vuoto pneumatico che ha avvolto i primi momenti. Perciò oggi offriamo supporto psicologico gratuito ai familiari delle vittime della strada di tutta Italiae anche agli operatori di Polizia, perché spesso ci dimentichiamo, che dietro quelle divise ci sono donne e uomini che hanno una famiglia e che magari non sono formati per quegli eventi». 

Siamo partiti proprio dalla nostra esperienza personale. Dal dolore e dal vuoto pneumatico che ha avvolto i primi momenti. Perciò oggi offriamo supporto psicologico gratuito ai familiari delle vittime della strada di tutta Italia, e anche agli operatori di Polizia

Valentina Borgognoni

In più, l’associazione aiuta le persone che sono state vittima di un sinistro stradale e che hanno bisogno di cure particolarmente costose o di protesi per tornare alla propria vita.

La violenza stradale, osserva ancora, «è imprevedibile e arriva all’improvviso. Un solo secondo può cambiare la vita di una persona e di chi gli sta intorno. Lo Stato e più in particolare le Istituzioni non sono presenti, quasi in niente, e ciò provoca tanti problemi per i familiari che devono sopravvivere da soli in quel momento».

Oggi l’associazione sviluppa progetti di educazione e sicurezza stradale e organizza incontri di nei luoghi di aggregazione e nelle società sportive. «Da quasi vent’anni andiamo negli istituti scolastici, spesso insieme alle Polizie Locali, per sensibilizzare i giovani alla sicurezza stradale e per insegnare loro le regole», spiega la presidente, sorella di Gabriele.

La onlus ha inoltre redatto e fatto approvare la Legge che costituisce l’Osservatorio Sicurezza Stradale della Regione Toscana e proposto la Legge sull’omicidio stradale.

«La violenza stradale è un fenomeno complesso, che non può essere risolto da un solo lato. Serve tanta sensibilizzazione, ma anche leggi adeguate, repressione, controlli, aiuti».

La legge n. 41 del 2016  inserisce nel codice penale il delitto di omicidio stradale (articolo 589-bis) attraverso il quale è punito, a titolo di colpa, con la reclusione (di diversa entità in ragione del grado della colpa stessa) il conducente di veicoli a motore la cui condotta imprudente costituisca causa dell’evento mortale. «E una  legge che abbiamo voluto fortemente. Non è perfetta, ma ha avuto il grande pregio di dare consapevolezza a tante persone e ad individuare un reato appropriato in tema di omicidio sulla strada». 

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