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Incidenti. Polemica da Legambiente. Lunardi dà i numeri

Realacci accusa: "Falsità sugli incidenti sulle autostrade. Più della patente a punti servirebbe un buon ministro".

di Ettore Colombo

Quelli di Legambiente prima lo sfottevano, poi hanno preso a fargli le pulci, alla fine non ci hanno visto più e il ministro alle Infrastrutture, Pietro Lunardi hanno deciso di querelarlo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un discorso che il ministro più ?gaffeur? del governo, ancorché un ?tecnico?, ha tenuto all?assemblea degli industriali di Ravenna: “Diffondono dati falsi sugli incidenti stradali. Sono loro i veri responsabili di così tanti morti”. “Non è la prima volta”, sbotta Ermete Realacci, presidente di Legambiente, “che Lunardi ci addossa responsabilità per disastri, morti e incidenti. Fra poco forse ci accuserà anche per la Sars. La verità è che questo governo promette opere pubbliche faraoniche e poi non ha nemmeno i soldi per pagare la benzina della polizia stradale”.
Anche sull?entrata in vigore della patente a punti, dalle ore 0,01 dello scorso 30 giugno, le gaffe non si contano: su tutte, l?inizio dell?azione repressiva in base a norme non ancora pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Perché vengono solamente e continuamente annunciate novità e modifiche al nuovo Codice della strada, novità e modifiche che però non contengono provvedimenti efficaci e dissuasivi per limitare la velocità, vera causa di troppi, drammatici incidenti stradali? Perché, infine, il ministro ha insistito su misure come quella dell?innalzamento a 150 chilometri orari su alcuni tratti autostradali o come i fari obbligatori sulle strade extraurbane?
“Nei numeri, finora inediti”, spiega Realacci, “si possono leggere le conseguenze dell?assenza di strategie e del fallimento della politica di Lunardi per strade più sicure. Eccole, le cifre: sulle autostrade, uniche arterie dove è possibile valutare l?efficacia dei fari accesi, dei test per il tasso di alcol nel sangue e l?obbligo di auricolare o vivavoce (misure introdotte nel 2002), gli incidenti sono aumentati, invece che diminuire, passando da circa 47.500 a 48mila, sono aumentati i feriti (23.794 rispetto ai 22.818 del 2001) e le vittime sono le stesse (714 nel 2001, 715 nel 2002). Dov?è la riduzione di mortalità del 16,9% che Lunardi attribuisce all?introduzione dell?obbligo dei fari accesi?
Rincara la dose Realacci: “I numeri delle vittime della strada in Italia sono altissimi e indegni di un Paese come il nostro. I morti sulle strade italiane sono stati 6.682 nel 2002. I morti per omicidio 691″. L?ultima stoccata Realacci la riserva al problema della carenza di organico delle forze di polizia: come è possibile, si chiede, che nel 1960 fossero 545mila le pattuglie che controllavano il traffico per soli 2,5 milioni di veicoli circolanti (media, una pattuglia ogni 4,5 automobili) e oggi 477mila pattuglie controllano 43 milioni di vetture?”. E chiude: “Lunardi ministro dei Trasporti? Macché del Bar sport”.

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